Inquietudine in casa Pd per il voto in Emilia-Romagna e Umbria

Tra i dem cominciano ad affacciarsi parecchi dubbi. I risultati, le percentuali, delle prossime regionali saranno importanti anche per il futuro della segretaria Elly Schelin, che viene criticata per gli attacchi frontali a De Luca e per alcune posizioni sui migranti. Intanto nel centrosinistra ha ripreso a circolare con insistenza l’ipotesi di una leadership affidata a Maurizio Landini

Dalla sconfitta di Kamala Harris tra i Dem serpeggia una certa inquietudine. C’è chi paragona la parabola della vicepresidente degli Stati Uniti a quella della segretaria. Già, prima, quando pareva che Elly Schlein fosse impegnata in un’irresistibile ascesa, la leader Dem veniva considerata come una vincente anche dalla minoranza interna che, per questa ragione, preferiva soprassedere su alcune sue scelte. Ma adesso cominciano ad affacciarsi parecchi dubbi. E da questo punto di vista le imminenti elezioni regionali in Emilia Romagna e Umbria saranno importanti. La preoccupazione dei dirigenti del Partito democratico non riguarda solo la seconda regione, dove si teme di perdere, ma anche la prima.

Non che si tema di perdere in Emilia Romagna, ovviamente. Lì l’attenzione sarà tutta incentrata sullo scarto tra centrosinistra e centrodestra. Se sarà di oltre dieci punti, i Dem potranno andare avanti senza troppi pensieri. Se invece, come teme qualcuno tra i democratici, sarà di soli 4-5 punti in percentuale, allora suonerà l’allarme. Perché sarà un ulteriore segnale del fatto che la coalizione di centrosinistra non funziona e che, tutto sommato, a più di due anni dalle elezioni politiche, il centrodestra regge, senza soffrire troppo del naturale logoramento di chi sta al governo.

I mugugni nei confronti della dirigenza del Partito democratico prima quasi non si sentivano, adesso, dopo la sconfitta dei democratici negli Stati Uniti, invece, la preoccupazione ha preso il posto della prudenza. Una fetta del Pd, per esempio, critica il fatto che i vertici fedeli alla segretaria, proprio nei giorni della sconfitta di Kamala Harris, abbiano deciso di dare l’assalto finale a Enzo De Luca. Sul fatto che il governatore della Campania sia ancora forte nella sua regione nessuno ha dubbi e quindi ci si chiede: perché attaccarlo frontalmente sul terzo mandato? Perché rischiare di perdere la Campania? E proprio a proposito della regione di De Luca, c’è chi sospetta che Elly Schlein, nel caso in un mancato accordo con il Movimento 5 stelle (o come si chiamerà) possa puntare su una candidatura del Partito democratico, come quella di Pina Picierno, che pure con la segretaria non è certo in ottimi rapporti.

Un altro motivo di critica da parte della minoranza è rappresentato dalla decisione della segretaria di firmare il referendum sulla cittadinanza promosso da Riccardo Magi, senza, nel contempo, cercare una vera interlocuzione con Forza Italia sullo Ius scholae. Un errore politico, secondo alcuni, perché il tema dei migranti andrebbe affrontato senza tutto l’armamentario della retorica buonista, altrimenti c’è il rischio che la destra lo cavalchi rimpinguando ulteriormente il suo bottino elettorale.

In questo clima di confusione nel centrosinistra ha ripreso a circolare con grande insistenza l’ipotesi di una leadership affidata a Maurizio Landini. Il segretario della Cgil ha sempre tenuto a precisare di non voler entrare in politica, ma il suo nome, in queste ultime ore, ha ripreso a girare con una certa insistenza.

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