“L’America continuerà a difendere l’Ucraina. La pace in Ucraina non può essere una resa. Meloni, l’Italia non farà mancare il sostegno, anzi, sarà un sostegno con più vigore”. La versione dell’ex ministro della Difesa, presidente del Copasir
Il mondo non è finito e non inizia con Trump. Esiste l’Europa, che non abbandona l’Ucraina, che parla come Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa, presidente del Copasir, e che dice: “Non confondiamo la pace con la resa, non scambiamo il cedimento con l’accomodamento. Anche l’America continuerà a difendere l’Ucraina”. L’America ha scelto Trump, che dice “inizia l’età dell’oro”, “l’Europa deve difendersi da sola”. Presidente Guerini, comincia, oggi, per l’Europa, per noi, l’età della disperazione? “Comincia l’età della responsabilità, della sfida, del coraggio. E l’Italia deve fare la sua parte. Aumentare la spesa militare è una questione di credibilità. La pace in Ucraina non può essere una pace qualsiasi”.
Guerini, se non è l’età della disperazione, con Trump, sarà l’età dello spavento? “La presidenza Trump è da interpretare e va depurata dal giudizio, dalla sua campagna elettorale”. Si può depurare dagli eccessi, può esistere un Trump diverso da Trump? “Quella tra America ed Europa sarà una relazione complessa, su alcuni temi, sarà una relazione sfidante, che ci costringerà a compiere scelte decisive. Ecco perché parlo di un’età della responsabilità”. Dall’America di Trump ci divide la Difesa, i dazi, il protezionismo. Perché Trump dovrebbe trattare con noi, con l’Europa? “L’America avrà l’esigenza di riequilibrare la sua bilancia commerciale, ma è la stessa America a sapere che un’eventuale chiusura della sua economia avrà conseguenze nel lungo e nel medio termine. Affrettare i giudizi sulla nuova amministrazione Trump è sbagliato”. Sono passate poche ore dall’elezione americana, e in Italia, a destra, e pure a sinistra, si festeggia come se Trump avesse negoziato la pace con la Russia. Qual è la pace, la sua pace giusta, la pace del riformista per Guerini? “Un negoziato che si può raggiungere con l’Ucraina in piedi e non con l’Ucraina in ginocchio. Il negoziato lo auspichiamo tutti, ma non può tradursi nella resa alle posizioni russe di Putin, cedere alla sua voglia di imperialismo. Per non subire le condizioni russe si deve continuare a sostenere l’Ucraina e l’Ucraina si sostiene solo sostenendo l’Europa”. Crede sul serio che l’America di Trump continuerà ad aiutare l’Ucraina di Zelensky, non crede invece che resterà solo una bella bandiera, europea, strappata? “L’America non può dare l’impressione di un cedimento. Non è nell’interesse americano. Sarebbe una manifestazione di debolezza che l’America non può permettersi. Cedere al desiderio imperialista di Putin, al suo desiderio di stravolgere i confini, sarebbe letto dal resto del mondo come la resa e nessuno la potrebbe ignorare”. L’Europa, Meloni, si può ancora permettere di stare con l’Ucraina? “Ricordiamo che l’Ucraina è impegnata in una guerra che non ha voluto. E sono certo che Meloni, l’Italia non farà mancare il sostegno, anzi, deve essere un sostegno più vigoroso. Il modo migliore, per farlo, è rafforzare l’impegno europeo”. Guerini, siamo pronti ad aumentare la spesa militare? “E’ una questione di credibilità, ed è condivisa dai paesi che fanno parte dell’alleanza atlantica. E’ quanto ha delineato la commissione a guida von der Leyen”.
A suo parere, esisterà la Nato, esisterà l’idea romantica di una difesa di popoli liberi, democratici, esisterà ancora la fratellanza tra Europa e America? “C’è solo un modo per rendere più equilibrata l’Alleanza atlantica, un solo modo: accompagnarla con gli investimenti europei. La sicurezza è competenza nostra, europea. Non è un’idea romantica. L’aumento delle spese militari, ricordo, è un processo iniziato con il governo Conte, il secondo governo Conte, e portato avanti con il governo Draghi”. Ma Conte è il primo, a sinistra, a scrivere, e dire, “che bisogna aprirsi a nuovi equilibri geopolitici”. Presidente Guerini, si può spiegare che la spesa militare va aumentata con chi l’ha condivisa e poi la rinnega? “E’ ineludibile, e dico di più. Tutti i partiti dovrebbero sottrarre il tema delle spese militare dalla campagna elettorale. Non si deve avere paura di pagare il prezzo elettorale”. E il suo Pd è capace, ancora, di farlo? “Il Pd, sull’Ucraina non ha mai fatto passi indietro. Ha avuto sempre posizioni chiare in Parlamento. Portiamo anche noi, come partito, sulle spalle, il fardello di un dibattito pubblico complicato, difficile”. Non la spaventa Elon Musk, il “super genio”, così lo ha definito Trump, con i suoi sistemi di connessione che cerca di vendere in Europa, Italia compresa? “Non mi piace la parola paura. Io preferisco la parola ‘attenzione’. Attenzione verso queste grandi compagnie private che operano nel campo della tecnologia. Attenzione, verso compagnie che incrociano momenti vitali della società, che incidono nella produzione del consenso. Attenzione, per la sfera, la dimensione della cybersicurezza, tema che andrebbe approfondito. Siamo immersi in un grande stato tecnologico che ha ricadute sull’organizzazione del lavoro, sulla nostra sicurezza. E’ il tempo di riflettere su queste grandi questioni avendo come riferimenti princìpi di giustizia, rispetto della sovranità, la sovranità dell’Ucraina. Questo voglio dire quando dico che non si può confondere la pace con la resa, la pace in Ucraina con una pace qualsiasi”. Guerini ha confuso partito o è ancora il Pd il suo partito? Lo lascerà? Andrà via? “Io sto nel Pd e sto bene nel Pd. No, non lo lascerò. E’ il mio partito, il partito dove non smetterò di rappresentare queste posizioni. Cambierà solo la determinazione, che sarà maggiore, nel rispetto di tutti, ovviamente”. E’ un negoziato o una pace? “Solo il tempo del bel coraggio”.