Nell’agenda di Meloni e Mantovano ci sono diversi appuntamenti milanesi: la premier fa tappa venerdì all’Eicma, la più importante fiera mondiale del settore moto. Il sottosegretario si concentra su innovazione ed economia
Mai stata così poco distante da Roma, Milano. In pensieri e parole, e in (possibili) opere. Così vicina, Milano a Roma, che venerdì 8 novembre, di ritorno dalla riunione dei capi di stato e di governo del Consiglio europeo a Budapest, Giorgia Meloni farà tappa a Milano: un passaggio non solo di cortesia all’Eicma, che è la più importante fiera mondiale del settore moto, motocicli e cicli. Una tappa in cui s’incrocerà, idealmente, col suo sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano, che ha scelto proprio venerdì per una serie fitta di incontri, alcuni riservati, che danno il segnale di un grande interesse e coinvolgimento del governo per il futuro di Milano e per il suo ruolo strategico nazionale. Per dirla come gli americani di un tempo, quel che va bene a Milano va bene all’Italia. E il governo lo sa bene. L’unica occasione pubblica sarà la partecipazione in mattinata a un convegno di Mediobanca su un tema delicato, la golden share: “Golden power tra diritto e politica industriale”.
Prima e dopo, sull’agenda del sottosegretario sono appuntati una fitta serie di incontri di sapore strategico. I segnali che ne trapelano indicano una serie di interessi sull’innovazione e l’economia, prima e anche al di là della politica, che vanno in una direzione precisa: l’internazionalizzazione, lo sviluppo del settore della conoscenza e della ricerca, progettualità ambientali di grande respiro di cui la “green” Milano può offrire know-how nazionale. Sulla scia in fondo di alcune recenti mosse di Giorgia Meloni: dall’incontro a Palazzo Chigi con Larry Fink, presidente di Blackrock e partner rilevante in diverse società strategiche italiane; all’incontro con il presidente di Microsoft, Brad Smith, che ha annunciato grandi investimenti in Italia per i data center necessari all’Intelligenza artificiale. Insomma il sospetto verso l’internazionalizzazione di cui è stato spesso accusato il governo è alle spalle, e non c’è città più simbolica di Milano, che ha l’ambizione di essere capitale nazionale della conoscenza, per dimostrarlo. Non a caso il primo appuntamento per Mantovano sarà a MIND, l’ex area Expo che sta diventando un Innovation district a livello europeo. Incontrerà Igor De Biasio, a capo di Arexpo e del progetto MIND che sta dando realtà a Human Technopole e dove arriverà a breve il nuovo campus delle facoltà scientifiche della Statale. La futura cittadella della scienza.
In via Filodrammatici, patron Alberto Nagel, a discutere con Mantovano di un argomento sensibilissimo come il golden power (oggi a Palazzo Chigi se ne parlerà a proposito di “nocciolo di comando e controllo” per la protezione delle università che lavorano su tecnologie sensibili) ci saranno il ministro Adolfo Urso, Sabino Cassese, Paolo Savona e un parterre importante, da Maria Patrizia Grieco, presidente di Olivetti, a Gaetano Miccichè, presidente di Banca IMI. Ancora di innovazione si parlerà in Triennale, col presidente Stefano Boeri. In un clima collaborativo e bipartisan, e non da ora. Boeri e la Triennale possono ben offrire suggerimenti all’Italia in tema di trasformazione ambientale. Boeri è del resto presidente della “Fondazione per il futuro delle città”, partecipata dal governo. Qualche mese fa aveva accompagnato proprio Mantovano a Caivano, dove nella riqualificazione del tristemente noto Parco Verde Boeri aveva voluto l’impianto di un piccolo bosco, che oggi è accudito dai ragazzi delle scuole. La collaborazione sui progetti ambientali può trovare una sponda in Triennale e in una città “green” come Milano (potrebbe passare Beppe Sala per un caffè, e anche qui possibilità di incontri interessanti).
Altro appuntamento di grande rilievo sarà in Bocconi. Non una visita di cortesia, assieme al rettore Francesco Billari ci saranno la rettrice del Politecnico Donatella Sciuto e Maurizio Tamagnini ad di FSI, Fondo strategico italiano. Milano è capitale universitaria, niente come questo è necessario all’Italia. Ma allo stesso tempo un recente report ha mostrato come Milano sia soltanto 15esima nella classifica di attrattività di nuove startup. Così, settembre scorso, la Bocconi, il Politecnico, il gruppo finanziario ION guidato da Andrea Pignataro e FSI hanno dato vita a un progetto ambizioso: la Tech Europe Foundation (TEF), fondazione no-profit ( guidata da Ferruccio Resta per il Politecnico e Alberto Grando per Bocconi) per creare un ecosistema tra ricerca accademica, imprese e startup, integrando imprenditoria e innovazione scientifica. Il modello? Il MIT di Boston. L’ambizione? Trasformare Milano in uno dei principali hub tecnologici d’Europa. Il governo non è parte in causa, ma che sia interessato a conoscere i dettagli di un progetto così strategico e ambizioso (e un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privata”) è significativo. Deep tech, intelligenza artificiale, biotecnologie, microelettronica, aerospazio e rinnovabili: parole che avvicinano l’Italia all’Europa. Per Mantovano un giro di contatti con i vertici dell’innovazione milanese che testimoniano quanto sia stretta la definizione di governo sovranista e quanto siano reali i rapporti virtuosi.