Il Memoriale di Edgardo Mortara

La recensione del libro a cura di Marco Cassuto Morselli edito da Marietti 1820, 180 pp., 18 euro

Redatto in spagnolo nel 1888, anno nel quale ricorreva il decennale della scomparsa di Pio IX, e copiato in una versione dattiloscritta risalente probabilmente al 1954-55, in occasione dell’apertura del processo di beatificazione di Papa Mastai Ferretti, il Memoriale di Edgardo Mortara (1851-1940) viene presentato ora in questa nuova edizione, volta a restituire ai lettori il testo nella sua integrità e a fornirgli un’attenta curatela. E’ inoltre importante mettere in rilievo come il libro vada riletto alla luce delle novità verificatesi nel corso degli ultimi decenni nell’ambito del dialogo ebraico-cristiano, dal momento che è sostanzialmente mutato l’atteggiamento delle istituzioni cattoliche. Molti giudizi formulati al riguardo da Mortara appaiono invece coerenti con gli insegnamenti teologici impartiti nella sua epoca, quando si continuava a ribadire la condanna del popolo ritenuto deicida e si vedeva nella Chiesa il nuovo Israele. Considerata la recente evoluzione vissuta dal magistero, si tratta di posizioni che non sono più sostenibili.

Ma chi era Edgardo Mortara? Il bambino di origine ebraica che all’età di sei anni, nel 1858, venne sottratto ai genitori in quanto era stato segretamente battezzato da una domestica cattolica fu il protagonista di una vicenda che acquisì rilevanza internazionale tra gli anni Cinquanta e Sessanta dell’Ottocento. Mai restituito alla famiglia per l’intransigente volontà di Pio IX, fu educato nella Casa dei catecumeni ed entrò in seguito nei Canonici regolari lateranensi abbracciando così la vita religiosa e sacerdotale. Avrebbe redatto, successivamente, questo Memoriale il cui manoscritto autografo, però, non è stato mai rinvenuto.

Dal battesimo alla separazione dai genitori fino alla pronuncia dei voti e all’ordinazione, Mortara vi ripercorre la propria esistenza parlando in terza persona e con tono enfatico tentando di raggiungere quello che sembra essere l’obiettivo dello scritto: la difesa di Pio IX. Il quale, chiosa l’autore, “in qualità di capo della Chiesa Cattolica e Vicario visibile di Gesù Cristo, ha usato il suo diritto e ha compiuto il suo dovere, basandosi sugli eterni ideali e sugli inalterabili dettami del diritto naturale e divino”.

Emerge palesemente, per il resto, come Edgardo – poi don Pio Maria – fosse diventato del tutto estraneo alla famiglia e all’ambiente israelita tanto da fare sue in maniera incondizionata le convinzioni del cattolicesimo a lui contemporaneo. Eccolo dunque considerare la società dell’epoca invasa da “idee di deplorevole eclettismo, di funesta tolleranza in materia religiosa” che tanto scompiglio stavano causando. Tra lui e il credo mosaico, dunque, era stata ormai eretta una muraglia, una barriera insuperabile.

Marco Cassuto Morselli (a cura di)

Il Memoriale di Edgardo Mortara


Marietti 1820, 180 pp., 18 euro

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