L’associazione confindustriale sulla legge di Bilancio chiede “maggiore incisività” per aiutare le imprese. Slitta al 12 novembre il vertice dell’esecutivo con Cgil, Cisl e Uil a
La legge di Bilancio approvata dal governo “al momento non offre risposte adeguate ai problemi e ai rischi segnalati”, quelli di “perdere base produttiva”, “soprattutto perché non appare in grado di invertire quella tendenza a livelli di crescita da zero virgola”. Per questo all’esecutivo Confindustria chiede “maggior incisività”. E’ il messaggio recapitato dal direttore generale dell’associazione confindustriale Maurizio Tarquini, audito nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, proprio per esprimere una valutazione sulla manovra, appena approdata in Parlamento. Un giudizio che viale dell’Astronomia esprime dopo aver valutato attentamente i vari capitotali della legge. “Apprezziamo, e riteniamo che sia un bene da preservare, l’attenzione sui conti pubblici”, dice il dg di Confindustria, ma “il punto è che sono sostanzialmente assenti il sostegno agli investimenti e alle imprese che li realizzano“. Tarquini sottolinea pure che il paese è “di fronte a un bivio”, “avvertiamo la necessità e l’urgenza di segnali chiari e di misure coraggiose”. Più nel dettaglio, Confindustria esprime apprezzamento per “la riduzione strutturale dell’imposizione fiscale per i redditi di lavoro dipendente fino a 40 mila euro” che “sostituisce e migliora la misura temporanea di taglio del cuneo contributivo sperimentata negli ultimi anni”. Ma, avverte il direttore generale, il contributo alla domanda interna che questa misura potrebbe generare “rischia di essere vanificato dal parallelo riordino degli oneri detraibili, previsto per i contribuenti con reddito complessivo superiore a 75 mila euro“. Un messaggio alla politica viene rivolto anche sul fronte fiscale, dove Confindustria chiede “un segnale forte”.
Il governo, insomma, raccoglie una serie di indirizzi d’intervento che si vanno a sommare a quelli avanzati dalle sigle sindacali, che oggi avrebbero dovuto essere ricevuti a Palazzo Chigi per un confronto proprio sulla legge di Bilancio. Il confronto è stato tuttavia rimandato al prossimo 12 novembre, alle ore 8.30, a causa di uno stato influenzale della premieri.
Cgil e Uil, con i loro segretari Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, hanno già convocato uno sciopero generale per venerdì 29 novembre, come oramai d’abitudine dalla nascita di questo esecutivo (è il terzo sciopero generale contro la manovra consecutivo). E’ quindi molto difficile che cambino opinione dopo l’incontro di oggi. Altro è il discorso che riguarda la Cisl, con il segretario Luigi Sbarra che da subito si è smarcato da Landini e Bombardieri, denunciando il pregiudizio delle due sigle nei confronti di una legge di Bilancio che il sindacato “bianco” considera positiva. Proprio al Foglio Sbarra aveva detto: “In ogni sciopero generale c’è anche una implicita ammissione di fallimento del mandato che ci danno lavoratori e pensionati. Che è essenzialmente uno: assumerci responsabilità ai tavoli. Se la protesta massima diventa un rito compulsivo, l’arma si spunta e la rappresentanza si sfibra in una progressiva disintermediazione che rende il sindacato sempre meno rilevante. È la stessa dinamica in cui sono finiti i partiti. Non dobbiamo ripetere l’errore”.