La promessa di una lontana prospettiva di adesione all’Ue è meno forte della disinformazione, della compravendita di voti e della paura instillata dalla Russia. Il processo di adesione finora è stato più simbolico che concreto
I festeggiamenti nell’Unione europea per la rielezione della presidente filoccidentale, Maia Sandu, in Moldavia rischiano di essere di corta durata. Come le elezioni legislative in Georgia del 26 ottobre, i risultati del secondo turno delle presidenziali in Moldavia domenica e quelli del referendum per iscrivere l’obiettivo dell’adesione all’Ue nella Costituzione due settimane prima mostrano che Vladimir Putin sta vincendo la sua battaglia sul campo per tenere i due paesi nella sua orbita. Sandu è stata rieletta con il 55 per cento, ma solo grazie ai voti della diaspora. Il suo avversario, il filorusso Alexandr Stoianoglo, ha conquistato il 51 per cento dei voti degli elettori residenti in Moldavia. La macchina della propaganda del Cremlino si è messa subito in moto in vista delle elezioni parlamentari che si terranno non più tardi dell’11 luglio 2025. Sandu è stata ribattezzata la “presidente della diaspora”.
L’opposizione filorussa contesta la legittimità della sua elezione grazie ai voti dei residenti all’estero. La promessa di una lontana prospettiva di adesione all’Ue è meno forte della disinformazione, della compravendita di voti e della paura instillata dalla Russia. L’Ue in Moldavia temeva una vittoria del filorusso Alexandr Stoianoglo alle presidenziali. Il vantaggio di Maia Sandu al primo turno non era considerato sufficiente per essere certi di un secondo mandato. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, non ha atteso la fine delle operazioni di scrutinio per congratularsi domenica. “Ci vuole una forza rara per superare le sfide che hai dovuto affrontare in queste elezioni. Sono lieta di continuare a lavorare con voi per un futuro europeo per la Moldavia e il suo popolo”, ha scritto von der Leyen su X, poco dopo che i voti della diaspora avevano consentito a Sandu di superare Stoianoglo. “Il popolo moldavo ha riaffermato la propria fiducia nella sua leadership, nella sua stabilità e nel suo impegno per un futuro europeo”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. La mappa elettorale mostra un quadro diverso. I moldavi sono spaccati in tre gruppi: le aree rurali sotto l’influenza della Russia, i grandi centri urbani tendenzialmente filoccidentali e la diaspora risolutamente pro europea. Senza quest’ultima componente, Sandu avrebbe perso e l’impegno per il futuro europeo si sarebbe infranto nelle urne.
“La democrazia ha trionfato su tutte le interferenze e tutte le manovre”, ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron. Le accuse di gioco sporco alla Russia sono giustificate, ma rischiano di nascondere le carenze dell’Ue. Il processo di adesione, lanciato nel giugno del 2022 con lo status di paese candidato, finora è stato più simbolico che concreto. La Moldavia e la sua economia non beneficiano del mercato unico. Dopo l’aggressione russa dell’Ucraina, gli aiuti europei sono stati molto limitati. Von der Leyen ha promesso un pacchetto da 1,8 miliardi di euro, ma solo il 10 ottobre, pochi giorni prima delle elezioni, non in tempo per far sentire ai moldavi i benefici dell’appartenenza alla famiglia. La scelta della presidente della Commissione di mantenere l’allargamento come “un processo basato sul merito” lo rende più un lento cammino burocratico che una corsa entusiasta verso l’Ue.
In Georgia la vittoria di Sogno georgiano continua a essere contestata dall’opposizione. Oggi c’è stata un’altra grande manifestazione a Tbilisi. Ma l’Ue si trova disarmata, perché teme uno “scenario Bielorussia” e cerca di mantenere il dialogo con Sogno georgiano usando la prospettiva europea come incentivo. “La situazione dopo le elezioni rimane preoccupante. Se la Georgia vuole mantenere un orientamento strategico verso l’Ue, abbiamo bisogno di azioni concrete da parte della leadership”, ha detto von der Leyen. I destini di Moldavia, Georgia e Ucraina sono legati tra loro. L’incapacità dell’Ue di aiutare Kyiv in modo efficace contro la Russia spinge gli elettori georgiani e moldavi alla prudenza di fronte alla minaccia di aggressione militare del grande vicino. Se l’Ucraina sarà sconfitta, l’Ue perderà anche Georgia e Moldavia.