Le bombe di Putin contro le centrali diminuiscono grazie ai droni ucraini in Russia. Un risultato che potrebbe condurre finalmente a un accordo di cessate il fuoco parziale
L’Ucraina ha dimostrato ai propri partner che colpire in Russia non provoca una guerra più grande ma anzi può avere come esito la de escalation. Quando i primi droni autoctoni di Kyiv – che non c’entrano con i pacchetti di aiuti militari occidentali ma sono stati inventati e fabbricati in Ucraina – avevano iniziato a prendere di mira metodicamente le raffinerie in Russia, c’era stato un nuovo allarme “escalation” nei paesi occidentali, ma soprattutto in Italia. Secondo le fonti del Financial Times ora quegli attacchi con i droni potrebbero portare a un accordo di cessate il fuoco parziale tra russi e ucraini che realizzerebbe la prima de escalation nella guerra da quando Vladimir Putin ha ordinato l’invasione su larga scala il 24 febbraio del 2022.
Già ad agosto il Washington Post aveva raccontato dei colloqui a Doha per un cessate il fuoco parziale sull’energia. Una proposta che dal punto di vista del Cremlino si può riassumere così: noi non proviamo più a lasciare gli ucraini al freddo e al buio ogni inverno con i bombardamenti costanti contro le centrali elettriche se voi smettete di usare i vostri droni contro le nostre raffinerie. Gli inviati di Mosca e quelli di Kyiv si erano detti d’accordo che un cessate il fuoco di questo tipo fosse nell’interesse di entrambi i paesi. Ma a portare i russi a offrire di limitare i propri bombardamenti non è stato l’appeasement bensì gli attacchi mirati in territorio russo, per mettere Putin nella condizione di avere anche lui qualcosa da perdere. Il Financial Times scrive che le intelligence di Kyiv e di Mosca si sono già accordate per ottenere questo risultato (meno bombardamenti contro le centrali, meno attacchi con i droni alle raffinerie) e che potrebbero presto riprendere i colloqui in Qatar per arrivare a un patto politico sul cessate il fuoco energetico.