Alla prova del budget, il governo Starmer aumenta tasse e spesa

I labour introducono uno degli incrementi percentuali più alti di sempre sulle tasse: 41 miliardi di sterline in più all’anno, a beneficio della sanità e del sistema giudiziario. Il governo annuncia nuovi sistemi per attirare capitali, ma il margine fiscale a disposizione non lascia tante speranze di crescita

Il decennio del rinnovamento parte con 41 miliardi di sterline di tasse in più all’anno, uno degli aumenti percentuali più alti di sempre, tra contributi per i datori di lavoro, accise varie e aliquote sulle plusvalenze da carried interests: è questo il centro della manovra annunciata dalla cancelliera Rachel Reeves, che, come in tutti i suoi discorsi, ha iniziato l’appuntamento storico – prima finanziaria laburista dopo 14 anni, prima firmata da una donna – con una lunga tirata sulle responsabilità dei Tory, che hanno lasciato il famigerato buco da 22 miliardi di sterline impedendole di fare calcoli chiari su quello che sarebbe stato necessario fare. “La tassazione sarà la più alta della storia”, ha attaccato l’ex premier, ex cancelliere e leader uscente dell’opposizione, Rishi Sunak, con una passione che gli si era vista poco a Downing Street: “Avete infranto una promessa dopo l’altra”.



Effettivamente, lo stato non è mai stato così presente, pari al 44 per cento del pil secondo l’Obr, il 5 per cento in più rispetto a prima della pandemia, mentre la spesa è pari a 74,1 miliardi. A trarne un po’ di ossigeno sarà il servizio sanitario nazionale, che tra invecchiamento della popolazione e spolpamenti vari non somiglia più alla Nhs delle origini, sulla quale i britannici di tutte le classi sociali continuano a contare come un diritto universale. Senza parlare di riforme né prima né ora, il Labour in campagna elettorale si era affidato a formule vaghe, alla prova dei fatti la soluzione si è dimostrata essere quella dell’aumento dei finanziamenti – 22,6 miliardi per le spese correnti e 3,1 miliardi in infrastrutture – attraverso l’aumento delle tasse: ora bisogna sperare che i cittadini se ne accorgano e siano soddisfatti, visto che la popolarità del governo è in picchiata.



Reeves, che ha suscitato stupore facendosi fotografare nel suo studio con il ritratto di Ellen Wilkinson, prima donna ministro dell’Istruzione ma anche tra i fondatori del Partito comunista britannico, ha fatto una finanziaria molto più a sinistra del previsto, ma i suoi attacchi a chi ha “le spalle più larghe” sono stati leggermente mitigati: se da una parte ha mantenuto la promessa di imporre l’Iva anche alle scuole private e ha abolito i non dom, ossia quella particolarità britannica che permetteva ad alcune persone residenti nel Regno Unito di non pagare le tasse sulle proprie entrate all’estero, dall’altra ha annunciato che presto il governo introdurrà un sistema nuovo e “competitivo a livello internazionale” per attirare capitali. Le aliquote sulle plusvalenze da carried interests saliranno dal 28 per cento al 32, meno di quanto temuto.

L’aumento principale delle tasse riguarda i datori di lavoro, che dovranno iniziare a pagare la national insurance, ossia i contributi necessari per pensione, sanità e servizi fondamentali, al 15 per cento, ossia 1,2 per cento in più, e per chiunque guadagni più di cinquemila sterline l’anno, rispetto alle 9.100 attuali. Il salario minimo per chi ha più di 21 anni sale del 6,7 per cento a 12,21 sterline da aprile prossimo, ed è facile immaginare l’effetto che queste due misure avranno sulle assunzioni. Su questo fronte, la promessa del Labour di guardare alle imprese sembra disattesa.


Il sistema giudiziario avrà un po’ di ossigeno e nelle carceri verranno creati centinaia di nuovi posti; il World Service della Bbc ha ottenuto nuovi fondi, mentre le autorità locali, rimaste orfane dei progetti europei, ci hanno rimesso. La lista delle tasse in aumento è lunga: quelle sulla successione includeranno le pensioni di reversibilità, l’imposta di bollo sulle seconde case aumenterà da domani, saliranno sia le accise sul tabacco che quelle sul vaping, mentre scenderà quella sull’alcol. Il Ftse250 l’ha presa bene, mentre i titoli di stato, dopo un inizio positivo, hanno reagito alla notizia che verranno emessi più di 300 miliardi di titoli quest’anno, più del previsto, nonostante il trucco finanziario che ha permesso a Reeves di rispettare il percorso di riduzione del debito. La cancelliera ha annunciato di avere un margine fiscale di 15,7 miliardi di sterline. La promessa di crescita è flebile, trattenuta: l’Obr dice che il pil salirà dell’1,1 per cento quest’anno e del 2 il prossimo, per poi attestarsi intorno all’1,5, sottolineando come il margine per gli investimenti privati sia scarso. E lo spread alla fine è salito davanti a una scommessa sul futuro basata su tanta spesa e tante tasse.

Leave a comment

Your email address will not be published.