Il soggetto politico creato e presieduto dall’ex deputato di Italia Viva si è dotata di direttivo e ha reso note le proprie linee strategiche. Il primo atto, con prima assemblea nazionale, è compiuto
Il primo atto, con prima assemblea nazionale, è compiuto: sabato scorso, infatti, a Roma, Orizzonti Liberali, soggetto politico creato e presieduto dal deputato ex Italia Viva Luigi Marattin, si è dotata di direttivo e ha reso note le proprie linee strategiche. (Puntata precedente: Marattin che esce da IV, tre mesi fa, di fronte a quello che considera “l’abbandono da parte del partito di Renzi del percorso centrista e liberale”). L’ambizione – con buona pace di Matteo Renzi e Carlo Calenda, ma senza chiudere porte, anzi, è farsi “strumento per unire e avvicinare più mondi liberal democratici in vista della creazione di un nuovo partito liberal democratico di livello nazionale”.
Nel direttivo è ben rappresentato il nord produttivo (con la veronese Valeria Pernice, già presidente di Iv e con Massimiliano Saladino, ex pd). “Vogliamo aprirci, farci contaminare e animare il dibattito politico”, è l’idea di OL, ma come “strumento di agevolazione politica”. Età media degli aderenti, finora: under trentacinque anni. Identikit: libertari, liberali, garantisti ed europeisti in senso draghiano. Evento di lancio: a Milano, il 23-24 novembre (titolo speranzoso: “Il Coraggio di partire”). “Noi non abbiamo fondato un partito”, dice Marattin, “ma un’associazione, perché intendiamo costruire, insieme ad altri, una rappresentanza stabile e liberaldemocratica, indipendente dai leader del momento. OL vuole essere la voce di quella parte d’Italia che non si sente rappresentata e rinuncia a votare: a questo bipopulismo noi non facciamo da camerieri. In tale ottica, l’associazione collaborerà con Libdem, Nos, Patto Ecologista Riformista, e il Partito Liberale Italiano (PLI), invitando a partecipare tutti i soggetti disposti a dar vita a questo nuovo soggetto politico, contendibile, senza esclusioni”. Obiettivo: “Offrire a quanti oggi non votano, o votano turandosi il naso, la possibilità di tornare a scegliere il partito che sentono più vicino”. E gli ex compagni renziani? “Italia Viva si è divisa”, è il commento di Marattin, “ha perso metà del suo capitale politico, è inchiodata al 2 per cento nei sondaggi. Nelle regionali in Liguria è stata esclusa, e in Umbria ed Emilia-Romagna è stata ammessa a patto di nascondere la propria identità. A fronte di ciò faccio una domanda: ne valeva la pena?”.