La cronaca milanese restituisce il ritratto di un manifestante che vale più di qualsiasi trattato geopolitico. L’uomo, che si è dichiarato pacifista, stava andando a un corteo in favore della tregua in Palestina e contro l’invio di armi in Ucraina, armato fino ai denti. Insomma, per il bene di tutti è necessario che vengano disarmati solo gli altri
Bisogna imparare a leggere la cronaca locale con occhi medievali, considerandola come se fossimo dei novelli Alano di Lilla – il filosofo del XIII secolo per il quale ogni creatura è un libro, anzi un quadro che rispecchia in sé l’intero mondo, come un fedele segnacolo. Così si capisce meglio la storia del tizio che l’altro giorno è arrivato a Milano armato di (scrive il Corriere) “due coltelli, un manganello telescopico, un cavo d’acciaio per lo strangolamento e un tirapugni”; ciò nondimeno, fermato dalla polizia prima di entrare in metropolitana, si è dichiarato pacifista. Stava infatti andando a un corteo in favore della tregua in Palestina e contro l’invio di armi in Ucraina. Più di mille trattati di geopolitica, l’episodio di questo quidam dimostra cosa sia il pacifismo: quel principio secondo cui, per il bene di tutti, è bene che vengano disarmati solo gli altri.