La Scuderia di Maranello conquista il quinto successo stagionale e si rilancia nella sfida alla McLaren, che mantiene 29 punti di vantaggio. Verstappen penalizzato, Perez delude e la Ferrari si conferma la più forte tra vettura e piloti. Ora il triello americano si chiuderà in Brasile
Ancora una Rossa davanti a tutti. Altra vittoria Ferrari con Carlos Sainz e ora il Mondiale costruttori ha un chiaro favorito. La classifica a squadre vede ancora la Mc Laren davanti con 29 punti di vantaggio ma l’accoppiata Austin-Messico rilancia potente la candidatura di Maranello per ripetere un successo che manca dal 2008. Quinto successo in stagione e obiettivo centrato da parte di Fred Vasseur (che aveva dichiarato la cinquina prima di iniziare) che alla prima vera stagione con una macchina “sua” può fare anche meglio di quel che aveva sperato. Perché oggi la Ferrari nel combinato disposto tra vettura e piloti è la prima forza del Mondiale. Quello “piloti” è stato compromesso dopo Montecarlo per Leclerc ma quello “costruttori” diventa una preda pronta da agguantare.
Un errore di Leclerc a pochi giri dalla bandiera a scacchi ha privato la Scuderia di una doppia doppietta che mancava dal 2008, proprio la stagione dell’ultimo titolo costruttori. Non è detto che il monegasco sarebbe riuscito a tenere dietro Norris, anzi è molto probabile che il sorpasso sarebbe arrivato ugualmente. Mastica amaro Max Verstappen, punito con 20 secondi di penalità per un doppio corpo a corpo con Lando Norris nei primissimi giri. Che al campione del mondo le avessero promesse è abbastanza intuibile, che lui continui a comportarsi sempre allo stesso modo quando si difende è un altro dato inconfutabile. Forse i commissari hanno fatto pagare al campione del mondo anche quel che ha fatto ad Austin. Quel che è certo è che erano anni che non si vedeva un capolista della classifica non vincere nessuna delle ultime dieci gare. Verstappen guida chiaramente una vettura in difficoltà e solo il suo grande talento, unito alle timidezze di Lando Norris, e qualche manovra al limite (che però non gli verrà evidentemente più consentita) stanno tenendo il gap a 47 punti sul secondo. Ma forse la vera, grande e potente alleata (ovviamente involontaria) di Verstappen è proprio la Ferrari. Che sta togliendo a Norris i 25 punti della vittoria, condizione imprescindibile per l’inglese se vuol ancora provarci, e a Città del Messico anche il punto del giro veloce. Per fortuna dal prossimo anno questo punticino non verrà più assegnato, ci verranno quindi risparmiate le soste a un giro dalla fine per mettere gomma soft con serbatoi ormai vuoti.
Un’altra cosa che è auspicabile possa cambiare è la pervicace attitudine della regia internazionale di mostrarci, soprattutto nei primi giri, i tentativi di sorpasso dagli on-board dei piloti. E’ accaduto due volte quando Norris e Verstappen hanno ingaggiato il duello che ha portato poi la direzione di corsa a punire l’olandese. Una serie di sorpassi e controsorpassi che abbiamo potuto apprezzare, o disprezzare se si considera il modo in cui ha agito Max, soltanto nei replay. Tutto questo non è stato comunque il peggio del week end. A quello ci ha pensato Sergio Perez, l’uomo di casa che alla guida di una Red Bull, che non sarà più quella di una volta ma rimane tra la terza e la quarta forza, è riuscito a non passare il Q3 in qualifica e a piazzarsi, si fa per dire, ultimo. Ultimo! D’accordo, è stato fermato per tentare il giro veloce all’ultimo giro. Ma in quel tentativo ha preso un secondo, un secondo!, da Leclerc. Ecco, siccome pecunia non olet ma a tutto c’è un limite sarà meglio che quelli della bibita facciano bene i conti tra quanto Perez gli porta con gli sponsor e quanto correre con un pilota solo gli stia costando. Anche in termini di “reputation”, quella voce solo apparentemente immateriale che alle aziende serie interessa assai. Ci si rivede da venerdì in Brasile per chiudere il triello americano.