Il presidente della regione prova ad annettersi la forza riformista e i grillini per stabilizzare i numeri della maggioranza. Mentre i renziani accusano di poltronismo i rivali calendiani
Benvenuti nel campo largo “alla pugliese”: l’emiro Michele Emiliano, procedendo per annessioni che bypassano i livelli romani, vuole mettere in sicurezza l’ultimo anno del suo mandato e per consolidare la coalizione ha nominato un assessore di Azione (al Bilancio) – non indicato da Calenda e dai suoi – mentre prova a incastrare i pentastellati proponendo di nominare un eletto 5S vicepresidente del Consiglio regionale.
L’accelerazione del governatore e’ arrivata nei giorni scorsi, dopo giorni di mediazione all’interno del centrosinistra e di sms con Carlo Calenda (con cui i rapporti sono stati sempre burrascosi per i dissidi su Tap, Xylella e Ilva). L’ultimo contatto con il leader di Azione prevedeva che fosse la forza liberale a scegliere l’assessore al suo interno, ma lo sceicco ha preferito fare da se’ e indicare Fabiano Amati, ex commissario regionale calendiano, già in giunta con Nichi Vendola e di fatto animatore della più puntuale opposizione in aula durante gli ultimi due anni. Gli altri due consiglieri regionali di Azione hanno preso le distanze, con polemiche però misurate, per non interferire nel delicato voto ligure dove sono parte integrante dell’alleanza costruita a supporto di Andrea Orlando presidente. Il passaggio politico ha solleticato lo spirito di rivincita dei renziani che con tweet di Raffaella Paita e Ivan Scalfarotto accusano i calendiani di “poltronismo”.
La questione grillina ha seguito le medesime modalità: Emiliano con la sua maggioranza ha scelto di votare il M5s Cristian Casili vicepresidente dell’assemblea regionale (incarico da cui si era dimesso dopo le inchieste sul voto di scambio che avevano coinvolto l’ex assessore dem Anita Maurodinoia, poi dimessasi per gli strali di Elly Schlein). Nei corridoi della Regione raccontano che il capogruppo contiano Marco Galante, tutto allarmato, abbia fatto sapere che sono prontissimi a rientrare nel campo emilianista, ma il voto per Casili va rinviato a dopo la costituente, salvo offrire argomenti polemici a chi considera l’appuntamento voluto dall’avvocato di Volturara appula come “uno snodo irrilevante”.
L’allargamento della coalizione (già extra large da queste parti per i contributi elettorali ricevuti da ex forzisti e destro-radicali) procede con queste modalità da gran Bazar: lo sceicco decide, e gli altri, più o meno silenziosamente, acconsentono…