Un cane. Se non l’hai avuto, non puoi capire

Come si fa a innamorarsi di un bastardo? Il racconto di una donna che ama il suo cucciolo a quattro zampe, la sua ombra, che ha dato prova di una fedeltà “adamantina”, invincibile

Lui ha 16 anni. Quindi è molto vecchio. Ogni mattina quando mi sveglio allungo una mano sotto il letto, a toccargli le zampe. Sono calde: lui c’è ancora. In quell’aprile del 2008, a San Giovanni Rotondo ero andata per Avvenire. Cielo grigio e freddissimo, e mia madre era morta da un mese. Ero lugubre. La mattina all’alba vado in paese, sperando in un caffè. Il bar era chiuso, ma nella piazza deserta c’era un cucciolo: piccolo, morto di fame, pulcioso. Rossiccio, col muso a punta. Sembrava una volpe. Gli feci una carezza: “Ma tu sei la volpe del deserto, sei Rommel!”.

E’ in quella carezza, che devo avere perso il controllo. Facevo l’inviato, e a Milano avevo tre bambini, tre gatti, un marito. Non volevo un cane. “Assolutamente no!”, mi gridava la parte raziocinante di me, sempre più allarmata. Ma, era fatta. “Mi sono innamorata di un bastardo”, ho scritto in un sms a un amico. Era vero. Il giorno dopo ho noleggiato un’auto e ho guidato per 800 chilometri, lui sempre più vicino a me. A Bologna mi stava in braccio.

Da sedici anni è la mia ombra. A volte fotografo le nostre ombre affiancate, sul marciapiede, sulla spiaggia. Quando Rommel abbaia alle onde, come fossero vive. E adesso, a 16 anni, è una faccenda inesorabile. Un cane, direte? Un cane, in un mondo che pare sul punto di esplodere? Ma so che chi ha avuto un cane capirà. Se non lo hai avuto, non puoi capire. Io sono stata figlia, sorella, moglie, e poi madre e ora nonna; compagna di scuola, collega, amica. Ma non ho mai trovato uno come Rommel. Sempre felice di vedermi. Mi vegliava, le orecchie diritte, allarmato, quella notte in cui respiravo così male. Mi aspettava, in montagna, l’anno che ero così lenta a salire.

Alla mia età mi sono fatta un’idea degli uomini, e delle donne. Mai però avevo sperimentato la fedeltà di un cane. Adamantina, la chiamerei: dal greco adamas, invincibile. Inscalfibile. Comunque, questa mia ombra ha 16 anni. Non lo lascerò più solo. Non vorrei mai che Lei arrivasse, e io, infedele, non gli fossi accanto.

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