Indagini su Park Towers e accuse di lottizzazione abusiva, nel mirino tre dipendenti del comune. Ma la paralisi edilizia rischia di costare milioni a palazzo Marino
Ultima arrivò la Corte dei conti (almeno per ora). La magistratura contabile ha chiesto a tre dipendenti del Comune di Milano indagati in una delle tante indagini sull’immobiliare di fornire indicazioni per un (possibile, va specificato) danno erariale di oltre 300 mila euro. Il danno riguarderebbe l’indagine sulle Park Towers di via Crescenzago e verterebbe sul fatto che gli uffici preposti del Comune non avrebbero considerato adeguatamente “l’aggravio di carico urbanistico” e i relativi oneri. Facendo così ipotizzare ai pm il reato di lottizzazione abusiva e abuso edilizio. Va detto che l’indagine non è ancora conclusa, ma è comunque nelle competenze della Corte dei conti chiedere chiarimenti. Ma oltre al fatto che i funzionari si trovano ora a dover rispondere a due magistrature (il Comune ha messo in atto uno scudo legale per dipendenti coinvolti nelle inchieste) restano alquanto nebulose e tutt’altro che indiscutibili la scelte investigative messe in campo dalla procura diretta da Marcello Viola. Secondo l’accusa, per interventi edilizi come quello delle Park Towers non è sufficiente il ricorso alla “Scia”, la Segnalazione certificata di inizio attività. In ogni caso, la paralisi dell’edilizia milanese rischia di diventare totale – con ricadute sulla città e con decine di milioni di oneri che mancheranno alle casse del Comune – e di essere anzi aggravata dalle richieste della Corte dei Conti. La politica – tra Milano e Roma – dà l’aria di non aver nemmeno compreso l’argomento. L’amministrazione comunale è paralizzata sulla difensiva.