L’Fpö austriaca senza incarico, persino alcuni popolari si rivoltano

Si aprono i lavori del nuovo Consiglio nazionale, il primo nella storia del paese in cui i populisti di Kickl sono il partito più votato. Ma sarà il cancelliere uscente a formare un nuovo governo, lasciando a mani vuote il primo partito dell’Austria

Berlino. Un mese o poco meno dopo le elezioni per il rinnovo del Parlamento, la politica austriaca riprende effervescenza. Si inizia proprio dalla prima seduta, ieri, del nuovo Consiglio nazionale, il primo nella storia del paese in cui i populisti dell’Fpö sono il partito più votato. In uno sfoggio microidentitario, i 57 parlamentari della destra estrema si sono presentati in aula con al bavero una stella alpina (Edelweiss) ornata da un nastro bianco-rosso (i colori della bandiera). Roselline bianche invece per i popolari dell’Övp, tradizionali garofani rossi per i socialdemocratici (Spö), fumetti rosa per i Liberali di Neos e vasetti con piantina per gli ecologisti (Grünen). Il sistema austriaco prevede che il Parlamento abbia tre presidenti: l’aula fiorita ha così fruttificato eleggendo con 100 voti su 162 validamente espressi Walter Rosenkranz come suo primo presidente. Un frutto, per molti, avvelenato: il populista Rosenkranz rappresenta l’ala pangermanista dell’Fpö e in passato ha lodato a voce e per iscritto nazisti dichiarati definendoli patrioti di successo. Prima ancora della sua elezione il presidente della comunità ebraica di Vienna (Ikg), Oskar Deutsch, aveva scritto ai deputati mettendoli in guardia dall’eleggere “un revisionista” come Rosenkranz. Ironia della sorte, il nuovo presidente d’assemblea è diventato di diritto anche presidente del Fondo nazionale della Repubblica d’Austria per le vittime del nazionalsocialismo.

Ma le scintille erano già nell’aria da quando il presidente della Repubblica Alexander van der Bellen aveva informalmente incaricato il cancelliere uscente Karl Nehammer della Övp di formare un nuovo governo. Nehammer, arrivato secondo alle elezioni, punta a scaricare i Verdi e a imbarcare l’Spö e forse anche i Liberali. Contro la sua nomina hanno protestato tre governatori di altrettanti Bundesländer: “Toccava al capo della Fpö, Herbert Kickl!”. Fatto curioso: i tre che protestano sono compagni di partito di Nehammer. Il politologo Peter Filzmaier dell’Università di Krems ci spiega che “i governatori popolari temono che un ‘mandato’, ma in verità è solo una tradizione, per Nehammer aiuterà l’Fpö alle prossime elezioni regionali in Stiria e altrove”.



I governatori avrebbero preferito che Kickl, con il quale nessuno vuole coalizzarsi, si facesse male da solo. “Oggi invece lui può fare la vittima lamentandosi che gli è stato impedito di cercarsi una maggioranza”. Una maggioranza che non c’era. Van der Bellen, poi, ha sempre detto che non avrebbe mai scelto un candidato antieuropeista – e Kickl detesta l’Ue: “Il presidente”, che in Austria è scelto dal popolo, “è stato (ri)eletto proprio sulla base di questa promessa”, ricorda Filzmaier. E come sarà il nuovo governo? “La coalizione più probabile è quella fra Övp, Spö e Neos (i Liberali). Tuttavia, le differenze di contenuto tra questi partiti sono sostanziali. Quindi allestire un programma governativo che includa le riforme sarà molto difficile”.

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