In Ue sta nascendo una nuova maggioranza Ursula, senza il Pse

Gli strateghi del Ppe pensavano di usare l’intesa con le destre solo come deterrente, invece si sta trasformando progressivamente in qualcosa di stabile: dai migranti al premio Sacharov, fino ai dossier green. Ma il gioco delle due maggioranze potrebbe presentare il conto

Maggioranza Ursula contro Maggioranza Venezuela: il balletto del Ppe manda l’Eurocamera in crisi bipolare e, a un mese dal voto finale sulla Commissione europea, nessuno sa più quale sia la maggioranza in carica a Bruxelles. Le destre unite, infatti, hanno conferito agli oppositori venezuelani Machado e Urrutia il Premio Sacharov 2024, riaffermando la nascita della nuova maggioranza Ppe, Ecr, Patrioti e AfD.

Quella che, secondo gli strateghi del Ppe, doveva essere un’intesa tra le destre da usare solo come deterrente, si sta trasformando progressivamente in qualcosa di stabile che ha continuato a imporsi nei voti politici e procedurali del Parlamento europeo. La cosiddetta “Maggioranza Venezuela” si è affermata nella scelta dei calendari delle audizioni, nella bocciatura del dibattito richiesto dalle sinistre sull’accordo Italia-Albania, fino agli emendamenti dei Patrioti e dell’AfD sui muri anti-migranti e sull’esternalizzazione della gestione delle richieste d’asilo, culminando ieri con la premiazione del Premio Sacharov.

Nei tabulati dell’Eurocamera, invece, la vecchia “Maggioranza Ursula”, composta da S&D, Renew e Popolari, con qualche sporadica aggiunta dei Verdi, non si trova più da settimane, nonostante sia, teoricamente, la coalizione che dovrebbe garantire il sostegno ai candidati commissari e al voto finale di fine novembre sulla fiducia alla Commissione von der Leyen 2.0.

Ieri, la maggioranza tradizionale si è ulteriormente sgretolata anche dietro le quinte della conferenza dei Capigruppo, dove Popolari e destre unite hanno insabbiato quattro testi “green” rimasti in sospeso dalla scorsa legislatura, tra cui le norme sul trasporto animale, avanzando una richiesta di cambio di competenza delle commissioni parlamentari. Se il gioco delle due maggioranze incorona il Ppe come il “kingmaker” delle maggioranze a Bruxelles, però sul lungo termine i Popolari potrebbero pagare un prezzo alto per questo balletto. Per i cristiano-democratici tedeschi, infatti, votare gli emendamenti dell’AfD a Strasburgo ha già innescato grosse conseguenze in politica interna. “La diga è crollata, la CDU ha appena votato a favore delle proposte dell’AfD”, ha twittato ieri il verde tedesco Daniel Freund, lanciando l’allarme sul cambio di rotta del partito di Merz.

Il problema, però, non si limita all’AfD o ai Patrioti. Anche i meloniani dell’Ecr non sono sempre ben visti in casa Ppe. “Personalmente penso che votare con loro sia stato un errore”, ha dichiarato Andrzej Halicki, eurodeputato popolare polacco del partito di Donald Tusk, coinvolto a Varsavia in uno scontro senza esclusione di colpi con gli alleati di Meloni del PiS, il partito dell’ex premier Morawiecki. Nel frattempo, i meloniani dell’Ecr, Procaccini e Fidanza, festeggiano senza polemiche: “Si tratta di un grande segnale di riconoscimento e attenzione all’opposizione venezuelana.” Più polemici, invece, i Patrioti. “Oggi il centrodestra ha dato prova di grande unità, dimostrando, ancora una volta, che un’altra maggioranza è possibile in Europa”, scrive Borchia, auspicando una maggioranza che, tuttavia, imporrebbe al Ppe di fare una scelta, con il rischio di esplodere. Non a caso, infatti, l’account ufficiale della Lega all’Eurocamera ieri si è divertito a postare l’emoticon dei popcorn sotto i litigi sui social tra eurodeputati tedeschi.

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