Nuovo stadio, un disastro quasi evitato (forse)

Dopo cinque anni dal primo studio di fattibilità del nuovo stadio di Inter e Milan, da costruire nei parcheggi del Meazza, un incontro a Roma tra ministri della Cultura e dello Sport, sindaco di Milano, Sovrintendenza e vertici delle società ha (quasi) raggiunto l’accordo per costruirlo lì. Cinque anni buttati

Il 10 luglio 2019 Milan e Inter consegnarono al sindaco Beppe Sala lo studio di fattibilità del nuovo stadio, da costruire nella zona dei parcheggi accanto al Meazza, previa la sua demolizione. Il 23 ottobre 2024 un incontro a Roma tra ministri della Cultura e dello Sport, sindaco di Milano, Sovrintendenza e vertici delle società ha (quasi) raggiunto l’accordo per costruire in quel sito il nuovo stadio, con annesso progetti edilizi e funzionali esterni e mantenimento di un moncherino “rifunzionalizzato” del secondo anello del vecchio stadio. Più di cinque anni buttati nel nulla per tornare al primo progetto: evidentemente non era così sballato. Ma a remare contro, in uno clima di depressione suicidarla di una città spaventata dalle novità, si erano messi in tanti: un’amministrazione indecisa e pavida, una politica (di maggioranza) sintonizzata sui diktat Nimby, i Verdi e in difesa parolaia di un verde in realtà inesistente – dacché tanto il primo progetto che le ipotesi successive prospettano il raddoppio del verde attuale – le associazioni di anonimi cittadini, un milieu di interessi del No poco comprensibili e il demi monde della bella gente che il piazzale di San Siro in un giorno feriale non lo ha mai visto. Infine piccoli lobbismi politici come quelli incarnati dall’ex migliorista Luigi Corbani, diventato per Barbacetto “un sindaco-ombra” di Milano (chi lo ha votato?), portavoce del Comitato SìMeazza che ora ingiunge a Sala: “Vorremmo avere notizia di una lettera, di un atto, di un documento ufficiale o ufficioso con cui il sindaco di Milano ha chiesto alla Agenzia delle Entrate una valutazione di San Siro e delle aree circostanti”. Fingendo o non sapendo proprio che quelle cifre, Sala dixit, “saranno rese note una volta che l’Agenzia delle Entrate avrà completato la perizia richiesta dal Comune”, entro dicembre. La macchina dei comitati si è rimessa in moto, ma forse stavolta l’allineamento dei pianeti eviterà il disastro. Dopo cinque anni colpevolmente buttati.

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  • Maurizio Crippa
  • “Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini”

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