Judo, Putin e veleni. La candidatura di Gamba alla Fijlkam è un caso

L’ex judoka con passaporto russo, già medaglia d’oro olimpica e per 15 anni allenatore della nazionale russa (e del leader del Cremlino) manda in fibrillazione la Federazione italiana. “Può fare il presidente con un passato così?”. Il caso finisce sulla scrivania di Abodi e Malagò. Gamba intanto evita le polemiche: “Preferisco non commentare”

L’allenatore di Vladimir Putin alla guida della Federazione italiana di judo (e non solo). Per ora è solo una possibilità, le elezioni si terranno nelle prossime settimane. Ma intanto il caso è già finito sulla scrivania del presidente del Coni Giovanni Malagò e del ministro Andrea Abodi. E rischia di avere ripercussioni che vanno ben oltre lo sport.




La candidatura di Ezio Gamba a capo della Fijlkam sta mandando in fibrillazione l’organizzazione che raggruppa gli atleti di judo, karate, lotta e arti marziali. Ne discutono tesserati e dirigenti. Perché l’ex judoka bresciano, oro olimpico a Mosca 1980 e argento a Los Angeles 1984, ha lavorato negli ultimi 15 anni in Russia, come coordinatore della nazionali. Ha allenato anche lo stesso presidente Putin. Ad agosto Gamba aveva annunciato di essersi dimesso dall’incarico in Russia (anche se almeno fino ieri il suo nome compariva ancora sul sito della federazione russa di judo). Contestualmente l’allenatore aveva mandato una lettera alla Fijlkam comunicando di voler correre per la carica presidente . “Sono certo di essere la persona giusta”, scriveva nella missiva pubblicata da Ansa. In corsa contro di lui c’è Giovanni Morsiani, che è attualmente vicepresidente della federazione e guida il settore Lotta. L’assemblea elettiva è in programma il prossimo 21 dicembre al PalaPellicone di Ostia. Di certo non sono in discussione i meriti e le competenze di Gamba, per lui parlano le medaglie olimpiche e i numerosi titoli conquistati da atleta. E’ nella Hall of fame del Judo. Un curriculum importante anche da allenatore: con la nazionale russa per dire, a Londra 2012, i suoi atleti hanno conquistato cinque medaglie, di cui tre del metallo più prezioso. Successi che gli sono valsi nel 2016 la cittadinanza russa, per meriti sportivi.

Ed è proprio questo, insieme ai suoi trascorsi moscoviti, che oggi alimentano i veleni interni alla campagna elettorale di Fijlkam. Chi si oppone a Gamba dice infatti che la sua elezione violerebbe le norme europee, i regolamenti sulle sanzioni, emanati dopo l’invasione dell’Ucraina, oltre alle regole del Cio e della Federazione internazionale judo. Dubbi che si sommano a quelli più strettamente legati alla (geo)politica, in quanto il presidente di una federazione come la Fijlkam ha accesso a tutta una serie di documenti, più o meno riservati, ha contatti con militari e forze dell’ordine – molti atleti provengono infatti da lì – e ha modo di frequentare caserme e scuole. “E’ idoneo per un ruolo del genere chi fino all’altro ieri ha avuto contatti cosi stretti con la Federazione russa?”, è la domanda che si pongono in tanti. Negli ultimi due anni Gamba non ha mai pubblicamente preso posizione sul conflitto in Ucraina, né si è smarcato dal Cremlino. Ha invece avuto buone parole per Putin, in particolare per il Putin judoka: “Quando è con gli atleti mi sembra un bambino curioso che gioca con i Lego”. E l’Ucraina? “Della guerra non parlo. Tratto solo le questioni che conosco a fondo”, aveva detto al Corriere un paio di mesi fa. In un altro passaggio dell’intervista lasciava intendere che ditro l’esclusione della Russia dai giochi Olimpici di Parigi ci fossero anche le manovre della Cia.

Parole che oggi vengono usate contro di lui dai suoi detrattori. E che potrebbero spingere anche le autorità italiana a volerci vedere chiaro, tanto più nel momento in cui Gamba ha deciso di mettersi in gioco per una carica federale. Dal Copasir ci spiegano infatti che “il suo è sicuramente uno di quei profili che possono essere attenzionati”. Come mai? “Ha un doppio passaporto, il che gli impone anche dei doveri verso la Russia, inoltre ha avuto un rapporto economico durato anni. E poi, come si è visto alle Olimpiadi di Parigi con il caso della pugile algerina Imane Khelif , il Cremlino utilizza anche sport minori per alimentare la disinformazione dalle nostre parti”. Di tutto questo abbiamo provato a chiedere conto a Gamba. “Grazie ma sono impegnato con una campagna elettorale, preferisco non commentare”.

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