Ecco chi sono gli scontenti della manovra

Dalla sanità alla scuola, passando per la Rai e gli enti locali sono in tanti a lamentarsi della nuova legge di Bilancio del governo Meloni. Una carrellata

Dopo la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il testo della manovra 2025 con 144 articoli è arrivato ieri in Parlamento. Sono tanti però gli scontenti dai medici al personale scolastico, ai dipendenti Rai e agli amministratori locali.

Sanità, medici e infermieri in sciopero

Per il 2025, è previsto un incremento di 1.302 milioni di euro per il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, innalzato a 5.078 milioni di euro per l’anno successivo e a 5.780 milioni di euro per il 2027, Serviranno per i rinnovi dei contratti, ma medici e infermieri non lo ritengono sufficiente per il Piano straordinario di assunzioni e scenderanno in piazza il 20 novembre. “Briciole che offendono l’intera categoria”, così i principali sindacati dei medici e degli infermieri bocciano le misure per la sanità contenute. Le sigle Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, confermando quindi la manifestazione già annunciata, proclamano lo sciopero nazionale di 24 ore nella stessa giornata di medici, dirigenti sanitari, infermieri e professioni sanitarie. Per i lavoratori della sanità pubblica l’aumento di 1,3 miliardi del Fabbisogno sanitario nazionale nel 2025 – invece dei 3,7 miliardi annunciati – “non è sufficiente a ridare ossigeno a un Ssn boccheggiante”. Dall’opposizione, la segretaria del Pd Elly Schlein attacca il governo: “Altro che record: con 1,3 miliardi non si raggiunge nemmeno la metà dei fondi necessari per tagliare le liste d’attesa e assumere nuovo personale sanitario. E infatti scompare il Piano straordinario per le nuove assunzioni. È una batosta clamorosa per il Servizio sanitario nazionale, una batosta che questo paese non merita”.

Scuola

Il testo della manovra sancisce che ci potrebbe essere una riduzione di 5.660 posti per i docenti, e di 2.174 tecnici e amministrativi, ma il condizionale è d’obbligo perché il comunicato del ministero dell’Istruzione fa sapere che il “presunto taglio” è soltanto “una misura transitoria di riduzione del turnover che non intacca l’organico della scuola”. Se così non fosse, si tratterebbe del primo taglio al personale dai tempi della riforma Gelmini. Il ministro Giuseppe Valditara spiega però che il Parlamento potrà intervenire per le modifiche. Simona Malpezzi, senatrice del Partito democratico, lo attacca con un video su Instagram: “Riduzione dell’organico proprio nell’anno che ha visto il caos di settembre nelle convocazioni con le segreterie in affanno: Davvero complimenti al ministro Valditara”.

Pensioni, la minima cresce. Ma solo di 3 euro

La pensione minima crescerà di 3 euro in più, passando dagli attuali 614,77 a 617,89 euro. Le opposizioni vanno all’attacco. “Cari pensionati, tenetevi forte: per quanti di voi prendono la minima, con la legge di Bilancio di Meloni arriva una svolta da 3 euro al mese in più sul conto! In pratica, 10 centesimi al giorno. Proprio così”, scrive su X il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. “Ricordate – aggiunge – quando i vertici di questo governo promettevano pensioni minime a 1.000 euro al mese? Mentre il caro vita costringe lavoratori e pensionati a rinunciare persino alle cure, il governo fa l’elemosina. Senza pudore“.

Il deputato di Alleanza verdi e sinistra e portavoce nazionale di Europa verde, Angelo Bonelli: “Dieci centesimi al giorno, 70 centesimi a settimana, ovvero appena 3 euro al mese: questi sono i numeri della vergognosa elemosina, un vero insulto, che il governo ha destinato alle pensioni minime. Giorgia Meloni dovrebbe vergognarsi per una manovra economica che colpisce duramente famiglie e pensionati, mentre salva le banche dalla tassa sugli extraprofitti”.

Rai

Sono congelate le spese del personale Rai e per incarichi di consulenza. Viale Mazzini è tenuto ad assicurare che nel 2025 non abbia luogo un incremento di queste voci di spesa. Per l’anno 2026, è tenuta a realizzare una riduzione del volume della spesa pari almeno al 2% rispetto all’ammontare sostenuto nella media del triennio 2021-23. Per l’anno 2027, la riduzione è elevata al 4%. Nella manovra, manca il taglio del canone di abbonamento, che però è stato confermato per il prossimo anno da 90 a 70 euro. A protestare è il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai: “Basta tagli sulla pelle della Rai. Pronti a tutte le forme di mobilitazione per scongiurare quello che sarebbe il colpo di grazia per un’azienda con 12 mila dipendenti che sta trovando, tra mille difficoltà, la strada del risanamento. Oltre alla conferma del taglio del canone ora si prevede anche – continua Unirai – lo stop all’aumento delle spese per il personale rendendo impossibile dare un futuro certo alla Rai”.

Enti Locali

Tra ministeri, regioni e comuni i tagli arriveranno a 5 miliardi di euro in pochi anni. Sul tema si è espresso il governatore della Toscana Eugenio Giani: “Il governo farà fare a loro i ‘sacrificiì che non ha chiesto di fare alle banche. Agli enti locali saranno chiesti tagli da 350 milioni nel 2025, 550 milioni nel 2026, 600 milioni nel 2027. In totale, all’incirca 1,5 miliardi di euro in tre anni”.

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