Da Shrimp Jesus alle elezioni americane: la realtà parallela delle immagini sintetiche

L’uso politico delle intelligenze artificiali generative è un elemento centrale in questa campagna elettorale statunitense. Così un bel pezzo di popolazione vive in una camera dell’eco sempre più staccata dalla realtà

Tra qualche anno, quando ripenseremo a queste elezioni statunitensi, quale tecnologia considereremo fondamentale? Se tra 2008 e 2012 ci fu il trionfo del web e dei social media, usati così bene dalla campagna di Barack Obama, i due cicli successivi furono dominati dalla conseguenza di questi nuovi strumenti, e quindi fake news, bot, troll farm, disinformazioni varie.

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E ora? A poche settimane dalle elezioni possiamo azzardare un’ipotesi e indicare le intelligenze artificiali generative come l’elemento nuovo e di maggiore impatto in questo ciclo elettorale. La conferma è arrivata questo mese, nei giorni del passaggio dell’uragano Hilton in Florida, quando i social media furono invasi da immagini “sintetiche” (cioè generati da AI), spesso prodotte per gettare cattiva luce di Biden, Harris e i democratici. Questi falsi si sono fusi a un’altra fake news particolarmente folle, secondo la quale quegli eventi meteorologici stessi erano stati “causati” dai democratici per qualche oscuro disegno elettorale.

Deliri a parte, l’immagine più rappresentativa dell’utilizzo delle AI a fini politici è quella della bambina piangente che abbraccia un cucciolo di cane dopo essere stata soccorsa da una barca. Nonostante sia palesemente frutto delle AI, il senatore repubblicano Mike Lee l’ha condivisa, insieme a molti altri supporter di Trump. Nelle stesse ore circolarono immagini sintetiche in cui Donald Trump soccorreva una persona, salvandola dalle acque (a oggi risulta oscurata da Facebook ma è rimasta online per ore).

Com’è possibile che questo succeda? Certo, una parte di queste condivisioni saranno di bot e troll, ma non tutte. Per capire il meccanismo che ha reso possibile la viralità di questi falsi, occorre andare indietro di qualche mese e tornare a un fenomeno chiamato “Shrimp Jesus” (Gesù Gambero), con cui si indicano immagini andate virali recentemente in cui Gesù appariva circondato (in alcuni casi, fatto di) gamberi. Le immagini si sono diffuse su Facebook i cui utenti rispondevano con una parola, amen.

Potremmo dire che viviamo in un mondo post-Shrimp Jesus, in cui il senso di realtà vacilla, le immagini sintetiche non vengono riconosciute in quanto tali da milioni di persone – oppure vengono usate come metafore: sono riconosciute come finte ma “servono” a qualcosa. A onorare il Cristo (seppur in modo bizzarro) o criticare Joe Biden.

Comunque sia, un bel pezzo di popolazione statunitense – e non solo – vive in un mondo a parte, una camera dell’eco sempre più staccata dalla realtà; l’unica cosa che mancava a questa camera dell’eco era l’elemento iconografico, l’arredamento. Sì, c’erano i memi e le vignette propagandistiche in cui Trump è sempre muscoloso e magro. Ma vuoi mettere ora? Basta digitare una stringa di caratteri su MidJourney, Grok o qualche altro servizio, e la realtà parallela è servita.

A conferma dell’uso politico di questi strumenti, infine, il fatto che una delle immagini virali legate all’uragano, che mostrava Disneyland sommersa dall’acqua, è stata condivisa su Telegram dall’account ufficiale dell’agenzia di stampa russa RIA.

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