Rovelli all’ortomercato di Francoforte

Due anni di pantomime italiane per decidere che il famoso fisico tenesse il discorso di apertura alla Buchmesse di cui l’Italia è ospite d’onore. Poi il fisico fa il suo discorsetto da ceto medio riflessivo, e si capisce che a Francoforte è meglio che ci lavorino solo gli editori

La Buchmesse è uno degli eventi culturali più importanti e prestigiosi del mondo, come sa il Giornalista collettivo e ogni adepto del ceto medio riflessivo. Poi forse basterebbe sapere che è la più grande fiera mondiale di editori e agenti dei diritti, e lasciarli lavorare in pace come si fa con gli addetti dell’ortomercato, riponendo nel cassetto l’inutile aura di sacralità. Altrimenti sembra che, nell’edizione 2024 di cui l’Italia è ospite d’onore, ne vada davvero del prestigio nazionale e della democrazia. Invece nel 2022 l’allora ministro Franceschini invitò il fisico Carlo Rovelli a tenere il discorso inaugurale alla cerimonia di apertura. Poi cambiò il governo, Rovelli lo criticò duramente e il commissario ad acta Ricardo Franco Levi gli scrisse una mail per chiedergli di rinunciare. Rovelli pubblicò la mail e Levi si dimise. Sangiuliano nominò Mauro Mazza che rinnovò l’invito a Rovelli, che accettò nonostante al governo ci fossero le destre. Alla fine Rovelli ha fatto il suo discorso. E ha detto che “i grandi libri (plurale) hanno creato la civiltà (singolare)”. Ma che noi siano “ciechi al fatto che coloro che chiamiamo nostri nemici sono proprio gli amici con cui dovremmo lavorare per il bene comune”. Fine la prestigiosa importanza di essere ospiti alla Buchmesse.

  • Maurizio Crippa
  • “Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini”

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