“L’impianto per la captazione della Co2 del termovalorizzatore potrà essere ampliato”

Parla Fabio Dinale, vice presidente di Kanadevia Inova, l’azienda giapponese che fornisce la tecnologia per il nuovo termovalorizzatore

“Si, ve lo confermo: il termovalorizzatore di Roma sarà tra i più avanzati d’Europa e quindi del mondo. L’impianto integra tutte le tecnologie più avanzate di Kanadevia Inova, risultanti da 90 anni di attività nella termovalorizzazione con 600 impianti costruiti in tutto il mondo. Santa Palomba è il primo che integra tecnologie per il recupero delle ceneri pesanti in sito, cattura e riutilizzo della Co2, teleriscaldamento e fotovoltaico sin dall’inizio. L’impianto è inoltre dotato della linea di depurazione fumi più avanzata nel settore che ci permette di tenere tutti i parametri degli inquinanti sotto i limiti minimi prescritti dall’Ue. Da non dimenticare che l’impianto è progettato per usare acqua recupero che viene riutilizzata”, dice Fabio Dinale, vicepresidente esecutivo di Kanadevia Inova, colosso giapponese che fa parte del consorzio di aziende che costruirà il nuovo termovalorizzatore.

Martedì scorso anche lui era nella sala delle Bandiere di Palazzo Senatorio per presentare l’impianto insieme al sindaco Roberto Gualtieri e all’ad di Acea Fabrizio Palermo. Kanedevia Inova, che fino a poco tempo fa si chiamava Hitaci Inova, è l’azienda leader nel mondo per la costruzione di termovalorizzatori. Negli ultimi 10 anni ha realizzato circa 30 impianti d in Europa, Turchia e Emirati Arabi Uniti con tecnologia “forno a griglia” analoga a quella di Santa Palomba. Se si includono anche gli impianti costruiti dalla casa madre in Giappone e dai licenziatari in Cina si raggiungono circa cento impianti in dieci anni. “Al momento – spiega Dinale – abbiamo circa dieci impianti in varie fasi di costruzione nel mondo”. Ciononostante a Roma c’è chi è preoccupato, siete sicuri che non ci siano rischi per la salute? “L’impianto – spiega l’ingegnere – non incrementa i rischi per la salute pubblica ne per la città e tantomeno per i comuni limitrofi. I livelli delle emissioni sono da cento a diecimila volte inferiori ai livelli delle sostanze già presenti oggi nell’aria delle nostre città”. Anche voi come il sindaco Gualtieri pensate che possa entrare in funzione già nel 2027? “Salvo imprevisti, come dichiarato dal sindaco, l’impianto sarà in grado di ricevere i primi rifiuti entro l’estate del 2027. Al momento non vediamo passaggi critici per la realizzazione. Roma Capitale ha messo a disposizione un team di esperti ed è molto determinata ad avviare il progetto quanto prima. Il consorzio raggruppa le migliori eccellenze industriali del caso e supporta attivamente l’ amministrazione in questa impresa”.

C’è però il tema della Co2, l’impianto per la captazione dell’anidride carbonica che sarà installato accanto al termovalorizzatore catturerà solo 400 tonnellate l’anno, mentre l’impianto a regime ne produrrà 600 mila di tonnellate. “Bisogna fare chiarezza – dice il vicepresidente esecutivo di Kanadeva Inova – trattare i rifiuti con un termovalorizzatore, quando l’alternativa è la discarica, significa ridurre le emissioni di Co2 e quindi l’impatto sull’ambiente e sul clima. La ragione è che il metano rilasciato dalla decomposizione della materia organica e immesso nell’atmosfera attraverso le discariche è molto più pericoloso e impattante rispetto alla Co2 emessa dal termovalorizzatore. Il metano rilasciato in atmosfera, in termini di impatto sull’ambiente, equivale a circa 80-84 volte la quantità di Co2 prodotta dal termovalorizzatore. A Santa Palomba costruiremo un impianto ‘pilota’ per dimostrare come sia possibile la cattura e lo stoccaggio a lungo termine della Co2. Questo impianto ancillare anticipa i possibili cambiamenti della normativa europea sulle Ets (Emission trading scheme), ancora in discussione. Nell’ambito del sistema Ets, agli impianti di termovalorizzazione viene offerta l’opportunità di ‘monetizzare’ la Co2 catturata sotto forma di ‘carbon credits’, con un impatto positivo sul costo dell’investimento”. Ma qualora davvero dal 2028 i termovalorizzatori saranno inclusi nell’Ets sarà possibile ampliare la dimensione dell’impianto? “Sì, è predisposto per l’aggiunta di un impianto di cattura di scala industriale nel caso la normativa entri in vigore nel 2028, che verrà progettato sulla base di quanto impareremo dal pilota. Un’esperimento simile è in corso di realizzazione a Oslo e ci stiamo lavorando anche noi”.

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