Se pure il Monza fa l’americano

Se l’acquisto della squadra brianzola dovesse concretizzarsi, per la prima volta nella storia le società di Serie A guidate da proprietà straniere sarebbero di più di quelle a controllo italiano

La Serie A del futuro potrebbe essere sempre più a stelle e strisce e, soprattutto, mettere gli italiani in minoranza per la prima volta nella storia. Dopo sei anni di grande successo con la famiglia Berlusconi alla guida, anche il Monza potrebbe diventare americano. Sul club brianzolo, attualmente controllato da Fininvest, ha messo gli occhi la Gamco Investors di Mario Gabelli, società che gestisce asset per 31 miliardi di dollari e il cui fondatore vanta un patrimonio vicino ai 2 miliardi.

Una prima offerta per rilevare il 100 per cento della società si aggirerebbe intorno ai 60 milioni di euro, ma resta da capire se la proposta sia sufficiente a convincere Fininvest, ricordando che il Monza fu già protagonista di una trattativa fallita per il passaggio al fondo Orienta Capital Partners nel marzo di quest’anno. L’operazione sposterebbe gli equilibri nel nostro campionato, perché per la prima volta nella storia le società di Serie A guidate da proprietà straniera sarebbero di più di quelle a controllo italiano. Detto dell’ipotesi Monza, sono attualmente otto i club con azionisti di maggioranza statunitensi: Atalanta (Stephen Pagliuca), Fiorentina (Rocco Commisso), Genoa (777 Partners), Inter (Okatree), Milan (RedBird), Parma (Kyle Krause), Roma (Friedkin) e Venezia (Duncan Niederauer). A questi si aggiungono altre due proprietà estere: la famiglia indonesiana degli Hartono per il Como – che può vantarsi di essere addirittura la più ricca in Serie A – e il canadese Joey Saputo, per il Bologna. Una tendenza, quella dell’ingresso di fondi esteri e perlopiù americani, che dice molto del potenziale inespresso del calcio italiano, soprattutto a livello infrastrutturale. Basti pensare che per tutti i dieci club interessati è centrale il progetto per un nuovo stadio o per la riqualificazione di quello esistente.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.