La resa dei conti di Scholz su Dublino

Il governo tedesco ha esaurito la pazienza sui migranti, anche con l’Italia

L’immigrazione potrebbe diventare il tema scottante del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre, durante il quale rischia di rompersi il consenso registrato negli ultimi mesi sull’approccio “Europa fortezza” promosso da Giorgia Meloni nell’Ue. Non che sia venuto meno il sostegno a rafforzare le frontiere esterne, a fare accordi con paesi terzi e ad aumentare il numero di rimpatri. Ma, durante il vertice dei capi di stato e di governo della prossima settimana, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, intende andare alla resa dei conti su Dublino e i movimenti secondari. Dal 2020 Italia e Grecia di fatto hanno smesso di riprendersi i cosiddetti “dublinanti”, i migranti entrati nel loro territorio e di cui (secondo il regolamento di Dublino) hanno la responsabilità in quanto paesi di primo ingresso. Ogni scusa è stata usata, dalla pandemia di Covid-19 al numero di sbarchi. Nel 2023, sotto il governo Meloni, l’Italia ha ricevuto 42.468 richieste di riprendersi in carico migranti scappati in altri paesi, principalmente da Germania e Francia. Ma i trasferimenti effettivi verso l’Italia sono stati appena 60. La Grecia, con 6.400 richieste, ha accettato solo 6 trasferimenti di “dublinanti”.

Ieri l’ambasciatore tedesco presso l’Ue ha trasmesso un ultimatum politico ai suoi ventisei colleghi. Nelle conclusioni del Consiglio europeo deve essere inserito nero su bianco l’impegno a far ripartire le regole di Dublino e i trasferimenti dei “dublinanti”. Altrimenti la Germania non darà il suo assenso ai paragrafi sul rafforzamento dei rimpatri e la volontà di trovare soluzioni innovative. Messo sotto pressione dall’avanzata dell’estrema destra di AfD, il governo Scholz ha optato per la linea dura con i partner europei. Ha reintrodotto i controlli alle frontiere Schengen, mandando su tutte le furie i leader dei paesi vicini, dalla Polonia all’Austria. Causa politica interna, Scholz ha esaurito la pazienza anche con l’Italia, che da troppo tempo si è dimenticata delle regole di Dublino.

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