Se i palestinesi li uccide Hamas, le groupie occidentali di “Free Gaza” tacciono

I crimini dell’organizzazione che è al comando della Striscia di Gaza non vengono quasi mai riportati dai media arabi, da quelli europei e da quelli americani, né dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani

I terroristi di Hamas hanno ucciso Islam Hijazi, la direttrice del programma della ong Heal Palestine che si occupa di supportare la Striscia dal punto di vista medico, vicino a un ospedale di Khan Younis, dopo che si era rifiutata di consegnare i fondi di beneficenza raccolti al gruppo terroristico. Hanno fermato l’auto di Hijazi durante la notte e le hanno sparato novanta proiettili.

Heal Palestine riceve donazioni da celebrità internazionali come le sorelle Bella e Gidi Hadid, scatenate contro Israele tanto da spingere Adidas a rinunciare ai loro servizi, ma molto silenziose sull’uccisione di Hijazi. Sarà perché non è rimasta uccisa in un raid israeliano ma per mano di Hamas, che non lotta per i palestinesi ma contro gli ebrei? E l’Onu perché non ne parla, come ha fatto dal 7 ottobre per ogni singolo operatore umanitario rimasto ucciso nei bombardamenti israeliani?

“Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, Hamas ha commesso innumerevoli atrocità contro il suo stesso popolo a Gaza, cosa che accadeva anche prima della guerra”, ha scritto su Newsweek Hamza Howidy, nato e cresciuto a Gaza, perseguitato da Hamas prima di fuggire. “Eppure, per qualche motivo, nonostante Hamas abbia di fatto preso in ostaggio la striscia di Gaza e tutti i suoi abitanti e li terrorizzi regolarmente, questi crimini non vengono mai riportati dai media arabi e occidentali, né dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani, tutti inclini a dipingere Hamas come un legittimo gruppo di resistenza che sta cercando di ‘liberare’ i palestinesi”.

Hamas ha represso il dissenso tra i palestinesi a Gaza da quando ha conquistato la Striscia nel 2007, ha rubato milioni di dollari dalle banche di Gaza e giustiziato il leader del clan Doghmush dopo le accuse di aver collaborato con Israele nella distribuzione del cibo. Israele ha anche pubblicato un video di Hamas che sparava sui civili che aspettavano gli aiuti. “C’erano segni di tortura e fori di proiettile su tutto il corpo. Le sue gambe e le sue braccia erano spezzate… Il suo corpo era ridotto come se fosse stato infilato in un sacco e ridotto in poltiglia”. Cominciava così la descrizione di come è stato ritrovato il cadavere di Atta Najjar, disabile mentale arrestato dai terroristi di Hamas e ucciso in modo orribile nel 2014. La storia, testimoniata dal fratello di Najjar, fa parte di “Colli strangolati”, rapporto di Amnesty International.

Chi ricorda il nome di Haidar Ghanem, il celebre palestinese attivista dei diritti umani che lavorava per l’organizzazione israeliana Betselem? Ghanem è stato assassinato da Hamas. Era uno dei massimi attivisti dei diritti umani a Gaza, credeva nella coesistenza con gli ebrei, credeva nei diritti umani. Per gli islamisti, un lurido “collaborazionista”. Vittorio Arrigoni non poteva immaginare che a Gaza, la cui bandiera aveva impugnato, si sarebbero mostrati tanto irriconoscenti. E che i suoi compagni di viaggio e di strada occidentali, quelli che “restiamo umani”, lo avrebbero dimenticato, a dimostrazione solo del loro pregiudizio antisemita. Pacifisti finiti, letteralmente, nelle mani del nemico, alla cui chiamata alle armi hanno risposto sugli attenti. Solo che il nemico che gli avrebbe tolto la vita non era quello che immaginavano loro, i cingolati israeliani.

Il silenzio su Hijazi fa il paio con quello su Fawzia, la ragazza yazida rapita dall’Isis in Iraq e portata nella Striscia di Gaza quando aveva undici anni, costretta a sposare un terrorista di Hamas e per oltre dieci anni resa schiava. Fawzia nei giorni scorsi si è avvicinata ai militari israeliani impegnati nelle operazioni a Gaza. Si è fatta riconoscere e parlando in inglese con uno degli ufficiali ha chiesto aiuto. La ragazza si è riunita ai suoi familiari in Iraq. C’è chi sequestra ostaggi bambini e chi li libera. Dov’erano le organizzazioni internazionali presenti a Gaza? Perché in dieci anni Fawzia non ha chiesto aiuto all’Unrwa, l’agenzia dell’Onu? Dov’erano la Croce Rossa e l’Unicef? Perché la sua liberazione da parte israeliana non è finita sui media come avrebbe dovuto? Conosciamo la risposta. Gli unici palestinesi buoni per i “Free Gaza” sono gli scudi umani di Hamas.

Scrive il francese Etienne Gernelle sul Point a proposito delle groupie occidentali: “Pensavamo fossero idioti, sono dei bastardi”.

Di più su questi argomenti:

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

Leave a comment

Your email address will not be published.