Il grande giornalismo e il buon senso Rai. Il caso Battistini-Traini

La Russia ha emesso un mandato d’arresto sui due giornalisti del Tg1 che hanno documentato l’avanzata ucraina a Kursk, uno scoop internazionale. L’ad Rai Giampaolo Rossi ha fatto bene a richiamarli in Italia. Chi lo accusava di essere fìloputiniano e protestava per questa decisione, come le opposizioni e l’Usigrai, dovrebbe oggi scusarsi

Era semplice: il Tg1 di Gian Marco Chiocci ha fatto uno scoop internazionale e la Rai dell’ad Giampaolo Rossi ha fatto bene a richiamare gli autori dello scoop. In Libano, ieri, è stata aggredita una troupe del Tg3, ed è morto l’autista, e da oggi c’è un mandato d’arresto, in contumacia, una richiesta di estradizione da parte di un tribunale russo per Stefania Battistini e Simone Traini. Sono i due inviati del Tg1 che, ad agosto, per primi, documentarono l’avanzata ucraina a Kursk, mostrando ancora una volta l’aggressione balorda di Putin. La Russia accusa i due inviati di “attraversamento illegale del confine”, li vuole far processare, processare?, dai giudici russi. Il caso Battistini-Traini non è più solo un caso d’informazione, straordinaria, del Tg1, ma è un caso che da ora impegna governo, ministro degli Esteri, intelligence, forze di polizia.

Ad agosto, la Rai, e il suggerimento sarebbe stato di Monica Maggioni, direttrice dell’offerta informativa, ordinò il rientro dei due giornalisti anche perché la Rai, a Mosca, ha due corrispondenti che continuano a informare. La decisione era il risultato di una valutazione, difficilissima, tra diritto di cronaca e sicurezza. Il rientro venne contestato duramente dai quotidiani, dall’opposizione Pd, M5s, e dall’Usigrai, che scriveva, in una nota: “La scelta di far rientrare frettolosamente la troupe del Tg1 dopo il servizio sull’avanzata ucraina in territorio russo non è una buona notizia per il diritto dei cittadini a essere informati. Fare retromarcia su uno scoop giornalistico è un errore”. E’ la stessa Usigrai che adesso, in un’altra nota, definisce “provocazione inaccettabile” la richiesta russa di estradizione, chiedendo una “presa di posizione unanime del governo contro questa ennesima intimidazione”.

Quando gli inviati vennero richiamati, più di uno prese come pretesto del rientro i vecchi post dell’ad Rai insinuando che la scelta fosse dovuta al suo filoputinismo. A protestare contro la decisione del rientro c’era stato anche Bruno Vespa che si vantava e diceva: “Io sono orgoglioso di aver fatto assegnare a Battistini il premio Guidarello e considero un errore averla richiamata. Spero che torni subito in Ucraina”. Rossi venne definito un “Don Abbondio”, dai membri della Commissione Vigilanza Rai, membri d’opposizione, un “Don” con l’aquila russa incisa sulla tonaca. Battistini e Traini sono tutelati, sotto scorta, e l’Italia intera è felice di saperli qui, con i loro cari, tanto più oggi, nel giorno in cui il Tg3, piange un collaboratore. La Rai è inguardabile e di lunedì, su Rai3, a tratti, è agghiacciante, con Massimo Giletti, sparring partner di Salvini, ma la Rai dello scoop di Battistini-Traini, del Tg1, così come la Rai di Rossi, che li ha richiamati, merita il premio “Era buon senso”. Lo consegnino, scusandosi, e con cavalleria, l’Usigrai e l’opposizione.

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio

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