Perché l’Ue dovrebbe mettere al bando Hezbollah

L’organizzazione terroristica sciita libanese ha fatto stragi anche in occidente, non solo in Israele. Ma solo quattro paesi europei considerano tutto il gruppo come organizzazione terroristica: i Paesi Bassi, il Regno Unito, la Svizzera e la Germania

Come per Hamas, Jean-Luc Mélenchon e i suoi hanno scelto in quale campo stare. “Pieno sostegno alla resistenza nazionale dei libanesi”, ha detto il leader della gauche radicale francese senza specificare se si riferisse a Hezbollah. A scanso di equivoci, oggi il coordinatore della France insoumise, Manuel Bompard, ha aggiunto di non “considerare Hezbollah terrorista”. Dal 1985 al 1986, una serie di attacchi terroristici a Parigi furono effettuati da agenti di Hezbollah. Tredici attentati, venti morti e 255 feriti. Seguirono gli attacchi mortali contro i soldati francesi in Libano nel 1983 (58 morti). Gli Hezbollah furono responsabili anche di attacchi in Spagna, tra cui al ristorante El Descanso a Madrid, in cui uccisero diciotto persone, come gli attentati a Copenaghen.

Il terrorista che ha accoltellato quasi a morte Salman Rushdie durante una conferenza a New York due anni fa, Hadi Matar, è accusato anche di aver fornito “supporto materiale e risorse” a Hezbollah. E poi la strage alla comunità ebraica di Buenos Aires (85 morti) e l’attacco alle Khobar Towers in Arabia Saudita nel 1996, in cui morirono 19 aviatori statunitensi. La mente degli attentati contro i Marines a Beirut nel 1983, Fuad Shukr, è il “consigliere militare” di Nasrallah ucciso nel raid israeliano su Beirut questa estate. Come Ibrahim Aqil, altro comandante di Hezbollah, coinvolto negli attacchi di Parigi. Il Mossad israeliano ha fornito informazioni cruciali che hanno contribuito a sventare altri attentati di Hezbollah su suolo europeo.

L’attentato di Burgas, in Bulgaria, contro un autobus che trasportava turisti israeliani dall’aeroporto (sei morti) è sempre di Hezbollah. E fu soltanto dopo questa strage, dopo anni di sofismi e complicità più o meno nascoste, che l’Unione Europea ha designato Hezbollah come un’organizzazione terroristica. Ma Bruxelles ha fatto una distinzione artificiale e pericolosa. Ha messo fuori legge solo il “braccio militare” di Hezbollah, ma ha permesso al suo “braccio politico” di continuare a operare, raccogliere fondi e reclutare membri, come se i filo iraniani distinguessero fra politica e militari. Questo meccanismo finanziario e di reclutamento mantiene in vita Hezbollah in Europa.

Da allora, solo quattro paesi europei hanno designato Hezbollah nella sua interezza come organizzazione terroristica: i Paesi Bassi, il Regno Unito, la Svizzera e la Germania il 30 aprile 2020. Sessanta legislatori europei hanno esortato la UE a mettere l’intera organizzazione nella sua lista nera. Fuori dall’Europa, oltre a Israele, hanno designato l’intera entità di Hezbollah come movimento terroristico gli Stati Uniti, il Canada e numerosi paesi dell’America Latina, duramente colpiti dal terrorismo di Hassan Nasrallah e dei suoi ayatollah.

Nasrallah ha deriso la decisione dell’Unione Europea del 2013 di vietare l’ala militare di Hezbollah ma non la sua cosiddetta ala politica, scherzando: “Propongo che i nostri ministri nel prossimo governo provengano dall’ala militare di Hezbollah”. Una designazione di Hezbollah in toto come entità terroristica concilierebbe la legge con i fatti, potrebbe facilitare l’azione penale contro i suoi membri e proietterebbe un’immagine di durezza da parte della Ue. E se ha ragione Gilles Kepel quando dice che Gerusalemme fa il “lavoro sporco per tutti gli occidentali”, invierebbe a Israele un messaggio niente male: non siete soli.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

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