Tutte le proposte di legge cadute nel dimenticatoio di cui non sentiremo la mancanza

Dalla giornata nazionale del panettone al riconoscimento della pratica del naturismo: ci sono 2.143 iniziative che ancora non hanno iniziato l’iter parlamentare. Ma forse, in alcuni casi, la lentezza burocratica non è del tutto un male

In Italia si dice sempre che ci siano troppe leggi, nella realtà dei fatti ce n’è sono molte meno di quelle che potenzialmente potrebbero esserci. E forse è una fortuna. Dall’inizio dell’attuale legislatura (settembre 2022) fino al 2 settembre 2024, le proposte di legge presentate da senatori, deputati, regioni o esponenti della società civile sono state in tutto 2.900.

Di queste, rileva una ricerca di Openpolis, solo il 5 per cento (144) ha concluso positivamente l’iter ed è diventato legge. Quelle rigettate, respinte o restituite sono 70 mentre i ddl in fase di discussione sono 543, il 10 per cento dei quali (55) è stato approvato da almeno un ramo del Parlamento. Restano escluse 2.143 proposte di legge che sono cadute nel dimenticatoio, il 95 per cento delle quali nasce da un’iniziativa di deputati o senatori.

All’interno dell’infinito numero di proposte, alcune sono certamente molto importanti e necessiterebbero di una maggiore velocità burocratica: sono ferme 31 proposte di legge per modificare le norme vigenti sul tema della cittadinanza, 20 invece hanno lo scopo di trattare il tema del fine vita. Ma ci sono anche alcune di queste che non sono poi così urgenti.

Sergio Costa del Movimento 5 stelle vorrebbe che venisse riconosciuta, disciplinata e promossa la pratica del naturismo che consiste nel vivere in sintonia con l’ambiente mediante un contatto umano meno artificioso che può esprimersi anche attraverso la nudità. Ci sono anche proposte per la disciplina delle attività di tatuaggio e piercing o per la promozione dell’utilizzo condiviso di veicoli privati.

Non si capisce bene chi si sia opposto in Italia al “diritto alla libertà di pagamento in contanti”, ma esiste una proposta di iniziativa popolare che ha l’obiettivo di impedire che qualcuno possa obbligare qualcun altro a usare la carta di credito o la prepagata. Un’altra iniziativa popolare vorrebbe inserire nell’ordinamento italiano il “diritto all’autoproduzione di cibo” per sostentare autonomamente il proprio nucleo familiare, ma ce n’è anche un’altra che mira a promuovere l’impiego del lievito madre fresco.

Il 4 ottobre 1582 è entrato in vigore il calendario gregoriano che viene utilizzato dall’Italia e da quasi tutto il mondo: la deputata della Lega Simona Loizzo ha presentato una proposta per istituzionalizzare la “Giornata nazionale del calendario gregoriano”. Ma di giornate nazionali ne abbiamo tante in cantiere: da tematiche più importanti come quella “in memoria delle vittime di errori giudiziari”, idea di Pietro Pittalis di Forza Italia, ad alcune più leggere come quella del “panettone italiano” di Daniela Dondi (FdI) e quella “dell’ecospiritualità” di Carmela Di Lauro (M5S).

Tra le proposte c’è anche quella a prima firma di Lavinia Mennuni (FdI), che vorrebbe istituire la “festa nazionale della mamma” e la “festa nazionale del papà”. Lorenzo Cesa di Noi moderati vorrebbe farne una sulla “vita nascente” e Maddalena Morgante (FdI) una sul “Corpus Domini agli effetti civili”. L’elenco non si ferma qui: “Riconoscimento di festività religiose agli effetti civili” presentato da Dieter Steger deputato del Südtiroler Volkspartei, “Giornata nazionale dei figli d’Italia” di Andrea De Priamo (FdI), “Giornata nazionale degli italiani nel mondo” di Federica Onori (M5S).

Passiamo all’araldica: dalla Lega Claudio Borghi vorrebbe “l’obbligo di esposizione della sola bandiera nazionale”, Marco Padovani (FdI) parla invece di “decoro” nell’esposizione delle bandiere della Repubblica italiana e dell’Unione europea. E poi ci sarebbe Erik Umberto Pretto della Lega che mira a modificare l’esposizione delle bandiere delle regioni.

Gian Antonio Girelli (Pd) ha pensato che al compimento dei 18 anni d’età il ragazzo o la ragazza debbano avere una copia della Costituzione, mentre Paolo Marcheschi di FdI consegnerebbe fin da ora “i simboli nazionali alla nascita”. E, immancabile, c’è anche una proposta regionale per reintrodurre il servizio civile o militare obbligatorio.

Nella categoria “varie ed eventuali” possiamo mettere il divieto dell’importazione e del commercio dei prodotti derivati dal canguro, l’istituzione della Scuola superiore dell’Italia centrale, il rispetto e la tutela delle tradizioni religiose in Italia e il Crocefisso nelle scuole e negli uffici delle pubbliche amministrazioni. Dal diritto di visita dei nonni al limite di mandati per i sindaci dei comuni fino a 3.000 abitanti, ci sono anche proposte che vorrebbero istituire delle case da gioco a Taormina e nei comuni di San Pellegrino Terme e Gardone Riviera.

Per ultimo, ci sono le proposte sugli amici a quattro zampe: dal divieto di usare la catena al riconoscimento degli equini come animali d’affezione, passando per la tutela del loro benessere fino ad arrivare alle modifiche concernenti l’istituzione dell’anagrafe dei gatti. Dulcis in fundo: Michela Vittoria Brambilla, indipendente, vorrebbe inserire nel codice civile un articolo che tratti l’affido degli animali d’affezione in caso di separazione dei coniugi.

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