Nuove esplosioni in Libano: colpiti radio e walkie talkie di Hezbollah

Detonazioni a sud di Beirut. È un secondo attacco simultaneo dopo quello di ieri, nel quale sono stati fatti saltare in aria i cercapersone del gruppo affiliato a Teheran. Ci sono morti e feriti. Netanyahu: “Riporteremo la gente del Nord nelle proprie case sana e salva”

Dopo l’esplosione, ieri, di migliaia di cercapersone appartenenti a Hezbollah, oggi si sono verificate delle nuove detonazioni in Libano. I media parlano di colonne di fumo nero che si sono alzate da alcune vie della capitale libanese, Beirut, e più precisamente a Dahiyeh, sobborgo meridionale e roccaforte di Hezbollah. Secondo il ministero della Salute libanese ci sarebbero 14 morti e oltre 450 feriti.



Secondo le informazioni questa volta a esplodere sarebbero stati dei walkie talkie e diversi dispositivi radio, anche portatili. In base a quanto riportano Assosiated Press e Reuters, almeno una delle nuove esplosioni si sarebbe verificata mentre era in corso la cerimonia funebre di tre membri di Hezbollah e di un bambino, morti ieri nell’attacco simultaneo che ha visto la detonazione di moltissimi cercapersone.



Secondo molti osservatori, dietro le esplosioni ci sarebbe la mano del Mossad. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che lo stato ebraico è davanti a una “nuova fase della guerra”, ma non ha fatto menzione di quanto è accaduto in Libano. “Il baricentro si sta spostando verso nord deviando risorse e forze. Siamo all’inizio di una nuova fase della guerra: richiede coraggio, determinazione e perseveranza”, ha concluso Gallant. Nelle prime dichiarazioni dopo quest’ultima ondata di esplosioni, Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio, ha dichiarato: “Ho già detto che riporteremo la gente del Nord nelle proprie case e questo è esattamente ciò che faremo”.



Il capo dell’esercito israeliano ha poi affermato che Israele ha elaborato piani per ulteriori azioni contro Hezbollah ed è pronto a colpire. “Abbiamo molte capacità che non abbiamo ancora attivato“, ha detto Herzi Halevi dopo aver approvato mercoledì i nuovi piani operativi presso il comando settentrionale di Israele. “Ogni volta che lavoriamo in una determinata fase, le due fasi successive sono pronte per andare avanti con forza. In ogni fase, il prezzo per Hezbollah deve essere alto”.


Il quotidiano Times of Israel riporta una dichiarazione di Hashem Safieddine, capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah, in merito alle esplosioni: “Questi attacchi saranno certamente puniti in modo unico. Ci sarà una vendetta sanguinosa e unica“. Il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib ha affermato che l’attacco di ieri, unito a quello di oggi, potrebbero essere il presagio di un conflitto più ampio in Medio Oriente. Secondo l’agenzia di stampa nazionale libanese, come riferisce Al Jazeera, il ministro ha messo in guardia sulla gravità dell’incidente, “perché arriva dopo le minacce israeliane di ampliare il raggio d’azione della guerra con il Libano, il che farebbe precipitare la regione in un ciclo di violenza più ampio e darebbe il segnale di una guerra più ampia“.



Nel pomeriggio ha parlato anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres: “Penso che sia molto importante che ci sia un controllo efficace sugli oggetti dei civili in modo tale che non si utilizzino per colpire la popolazione. Questa dovrebbe essere una regola che i governi dovrebbero essere in grado di attuare”, ha detto Guterres durante un briefing presso la sede delle Nazioni Unite a New York in merito sia alle esplosioni di ieri, sia a quelle di oggi. “C’è un serio rischio di escalation nell’area“, ha aggiunto.



Il consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà entro il fine settimana per discutere di quanto è accaduto tra ieri e oggi in Libano. In queste stesse ore l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione che chiede a Israele di “mettere fine senza indugio alla sua presenza illegale nel territorio palestinese occupato” entro 12 mesi. L’ok è arrivato con 124 voti a favore, l’Italia si è astenuta. A votare contro, oltre che la stessa Israele, anche Stati Uniti e altri dodici nazioni. Nel frattempo, fonti governative tedesche hanno annunciato a diversi media che Berlino avrebbe sospeso i permessi per la vendita di armi a Israele. A riferirlo è Sky News Arabia.

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