In vista della costituente grillina, il fondatore lancia un nuovo attacco. Dai vertici del M5s gli ricordano il contratto da 300 mila euro. La battaglia va avanti tra lettere e diffide, e rischia di finire in tribunale. E Conte: “Non voglio far fuori nessuno, ma Grillo non ostacoli la costituente”
Lo scontro è totale, sempre più aspro, e prosegue a colpi di diffide e attacchi. Ieri sera Beppe Grillo è tornato a farsi sentire, “Vogliono farmi fuori”, il senso del ragionamento affidato ai suoi più stretti collaboratori. Il “Garante” non ha gradito la risposta che Conte ha dato alla lettera – anticipata da questo giornale – in cui chiedeva chiarimenti sullo svolgimento della costituente grillina. Una ricostruzione che tuttavia i vertici del M5s a Roma rispediscono al mittente, e rilanciano.
“È molto dispiaciuto” e “amareggiato”, a tratti anche “furioso” per l’atteggiamento dell’ex premier, raccontava ieri chi è vicino a Grillo. “Teme di essere messo ai margini da Conte”. La lettera di Conte – sempre secondo la lettura che arriva da Genova – avrebbe contenuti definiti “ricattatori”. Nelle ultime interlocuzioni Grillo avrebbe contestato a Conte anche la partecipazione alla festa di Avs, dove è stato ritratto insieme agli altri leader del centrosinistra. Anche questo, per Grillo, rischia di influenzare il processo della costituente.
A stretto giro arrivava la replica dei vertici M5s, un botta e risposta che si consuma sulle agenzie di stampa. In via di Campo Marzio si dicono “imperturbabili”, mostrano sorpresa di fronte “a questo nuovo attacco di Grillo” e al suo tentativo di “ribaltare la questione passando per vittima. Da un lato si fa scrivere lettere dagli avvocati per intralciare il processo costituente, dall’altro si lamenta delle risposte a tono che le sue diffide sollecitano”.
Nella replica alla lettera di Grillo, Conte avrebbe spiegato che “queste esternazioni e questi tentativi di delegittimare l’assemblea degli iscritti contrastano con gli specifici obblighi contrattuali che il Garante ha sottoscritto con il M5s per ciò che concerne malleveria e consulenza comunicativa” (un contratto da 300 mila euro). Un aspetto non secondario, in quanto “questa continua attività di Grillo” – che agli occhi dei vertici “ormai appare sabotatoria” – rischia “di danneggiare l’immagine del M5s in un momento in cui tutta la comunità è intenta a rilanciarsi con grande impegno collettivo”. Dal M5s non escludono nemmeno, a questo punto, di pubblicare il carteggio tra Grillo e Giuseppe Conte, convinti insomma di essere dalla parte della ragione. E infine: “Grillo dimostri di avere ancora a cuore il Movimento” lasciando che “la comunità si misuri in questo percorso democratico che ha sinora raccolta tanto entusiasmo”.
Una tesi che Conte è tornato a ribadire in chiaro, in un’intervista alla Stampa, questa mattina: “Non troverete mai una mia dichiarazione o un atto che attesti la mia volontà di far fuori Grillo. Ma nessuno può ostacolare o impedire il processo costituente”. L’ex premier ha anche allontanato l’ipotesi scissione: “Non vedo questo rischio”, ha detto. Ma la frattura tra le anime del M5s è ormai insanabile, la battaglia – che riguarda anche nome e simbolo – sembra destinata a finire in tribunale.