Il telefono di Maria Rosaria Boccia possono “aprirlo” le toghe. La paura del governo

Esposti, denunci, l’attesa è per l’apertura di un possibile fascicolo da parte della procura di Torre Annunziata. Il governo teme che i contenuti dei messaggi di Boccia possono essere visionati dai magistrati

Roma. Una paura, un’altra. L’ultima del governo Meloni, questa: Maria Rosaria Boccia non può mostrare i messaggi di governo, i messaggi tra Sangiuliano, la premier o Arianna Meloni, ma una procura può vedere quei messaggi. L’epicentro adesso è la procura di Torre Annunziata. I cronisti da giorni stazionano in attesa. Attendono che da un momento all’altro scatti un’indagine per reato di estorsione, attendono che la procura indaghi la non consigliera dell’ex ministro Sangiuliano. Boccia non può diffondere il contenuto (è reato) ma un magistrato può aprire quel telefono, la scatola nera. Cosa accade se i contenuti entrano in un fascicolo?

L’ultima cospirazione è la cospirazione del telefono. Boccia ha deciso di non partecipare alla trasmissione Mediaset, “E’ sempre CartaBianca” e Bianca Berlinguer, in una nota, poi smentita da Boccia, ha dichiarato che la non consigliera stava per fare il nome di Arianna Meloni. Sarebbe stata la sorella della premier a chiedere all’ex ministro della Cultura Sangiuliano, di strappare la nomina. La procura di Torre Annunziata è la procura che può aprire un fascicolo. Da giorni piovono esposti sulla vicenda Boccia-Sangiuliano, sul rapporto tra il comune di Pompei, e Boccia, e le ipotesi sono traffico d’influenzo, estorsione, corruzione. La paura di Palazzo Chigi è che il telefono di Boccia finisca per essere decisivo per i magistrati. I messaggi entrerebbero nei fascicoli giudiziari. Da quel momento in poi scatta l’ignoto. Chi garantisce che i messaggi a quel punto non vengano diffusi da organi di stampa?

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio

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