Conte ignora Grillo. Ma la guerra legale per il M5s è già iniziata

Nessuna risposta finora alle richieste di chiarimento del fondatore su regole e modalità di votazione in vista dell’assemblea costituente. “Grillo ha messo i presupposti per invalidare il voto”

Da via di Campo Marzio tutto tace. Giuseppe Conte resta in assoluto silenzio. Ordine di scuderia: ignorare Beppe Grillo. La guerra con il fondatore è cominciata. Il comico ha sparato il primo colpo. Giovedì sera ha cercato di mandare di traverso il boccale di birra con il quale, alla festa di Avs a Roma, Conte brindava con Schlein, Fratoianni, Bonelli e Magi alla salute del campo largo. Sul Blog ha pubblicato la lettera, che il Foglio aveva anticipato, indirizzata all’avvocato e al comitato di garanzia (composto da Virgilinia Raggi, Roberto Fico e Laura Bottici) per chiedere un lungo elenco di chiarimenti in vista dell’assemblea costituente di ottobre. “Questa volta Grillo ha minato il campo a Conte, e lo ha fatto bene”, dice Lorenzo Borrè, avvocato che per anni ha difeso i dissidenti grillini. “Adesso – aggiunge – se il presidente non chiarisce bene, si creano i presupposti per un primo inciampo procedurale in grado di invalidare le votazioni”.

Nella missiva si chiedono diverse cose. Grillo vuole sapere “come saranno selezionati gli iscritti aventi diritto al voto”, con quale criterio nelle ultime settimane sono stati disattivati diversi profili considerati “inattivi”, e quale sarà “la differenza tra gli iscritti prima e dopo” questo processo di scrematura. Non lo dice esplicitamente, ma con la lettera aleggia la possibilità che Conte stia cercando di eliminare i profili che alla prova del voto potrebbero esprimersi contro di lui sulle tre cose considerate dal comico intoccabili: vincolo dei mandati, nome e simbolo. In particolare il primo serve a garantire anche la futura agibilità politica dello stesso Conte. Grillo vuole sapere anche “quali esponenti del movimento hanno accesso all’anagrafica degli iscritti e quali di questi hanno il diritto di inviare loro comunicazioni e proposte”, chi stabilirà quali sono le proposte prioritare, tra le 20 mila arrivate, che saranno poi votate dall’assemblea, chi redigerà i quesiti? Il secondo timore insomma è che Conte possa decidere quali quesiti presentare e in che forma presentarli agli aventi diritto, influenzando così la votazione. Un po’ come quando i voti online erano di fatto un timbro su decisioni già prese proprio da Grillo e Casaleggio. Per evitare che ciò accada è proprio su questi elementi che il comico chiede chiarimenti. “Quelle di Grillo – dice Borrè – non sono domande a caso, le regole per lo svolgimento dell’assemblea sono già contenute nello statuto. Perché Conte non sta seguendo quelle? Cos’è quest’assemblea costituente? Chi ha il diritto di determinare questo percorso alternativo? Può farlo Conte da solo nella sua veste di presidente? Questa volta Grillo mette una determinazione maggiore rispetto a tutti i precedenti scontri, si deve essere reso conto che questo passaggio potrebbe essere il vero atto conclusivo della sua permanenza dentro al M5s”.

Insomma, la sfida finale per la proprietà della storia, dell’identità di un movimento che sognava di portare la democrazia diretta non poteva che svolgersi a colpi di carte bollate e lotte ermeneutiche su cavilli statutari. Che nemesi. E d’altronde già fu così anni fa nello scontro con i dissidenti per il possesso del simbolo. D’altronde se Giuseppe Conte è l’avvocato diventato quasi per caso capo del movimento nato anti sistema più famoso d’Italia, Grillo, il comico visionario che quel movimento lo ha fondato, di avvocati ne possiede un lungo elenco. La lettera non è che la prima mossa di una battaglia legale. Le strade sono destinate a dividersi. Resta da capire a chi resterà in capo il nome, e l’eredità del Movimento che fu. Sarà Grillo a doversene andare, lasciando la sua creatura all’avvocato, al quale ormai assomiglia sempre di più ? O finirà che Conte dovrà farsi il suo partito? La partita è appena cominciata, prevederà, forse, un voto a ottobre, ma è sempre più probabile che sarà decisa in tribunale.

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