La mossa di Scholz è un’occasione per l’Italia

La stretta tedesca agli ingressi permette a Roma di prendere l’iniziativa sull’immigrazione, a patto però di non seguire la Lega, che si appropria dell’indirizzo seguito dal cancelliere socialista

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in difficoltà per la crescita elettorale dell’estrema destra, ha deciso un irrigidimento della politica sull’immigrazione, con lo slogan “siamo noi a decidere chi entra in Germania, non significa che chiunque voglia può entrare”. Le misure adottate hanno provocato proteste da parte dei paesi confinanti con la Germania e preoccupazioni in tutta Europa. Secondo il trattato di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini europei, anche gli immigrati che abbiano ottenuto un permesso di soggiorno o meglio la cittadinanza di un paese europeo possono trasferirsi in una altro e ora la Germania sembra intenzionata a non rispettare quel principio. Inoltre è stata annunciata l’intenzione di espellere verso i paesi europei di provenienza gli immigrati che si erano trasferiti in Germania in base agli accordi (peraltro assai poco rispettati anche prima) sulla suddivisione dell’immigrazione, e questo problema riguarda anche l’Italia e la Grecia. Come dovrebbe rispondere il governo italiano?

Dovrebbe evitare in primo luogo di seguire l’indirizzo indicato dalla Lega, secondo la quale (stando a quanto detto dalla senatrice Mara Bizzotto, peraltro vicepresidente del Comitato Schengen) “il cancelliere socialdemocratico tedesco dichiara quello che noi della Lega diciamo da vent’anni”. Su questa strada, quella dell’eccitazione dei sovranismi contrapposti, le questioni migratorie non possono essere affrontate in una logica continentale, il che peraltro va a tutto svantaggio dei paesi di primo approdo come appunto l’Italia. Invece di un regresso dell’iniziativa europea bisognerebbe spingere per un suo rafforzamento, per la ricerca di meccanismi più efficaci di condivisione dei problemi continentali, che la difesa dei confini nazionali invece rende irrisolvibili. Non è una strada facile, ma è l’unica alternativa al ciascuno per sé, e sarebbe necessaria proprio un’iniziativa dei paesi, come l’Italia, più esposti all’immigrazione irregolare.

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