Bucci: “Ho un cancro ai linfonodi, ma me la sento di correre per le regionali. Mi ha convinto Meloni”

“Soffro di un tumore metastatico alle ghiandole linfatiche nel collo. Me l’hanno diagnosticato il 30 maggio. Operato il 3 giugno. Capisco i dubbi sulle mie condizioni di salute, sono legittimi, ma ce la posso fare”, ha spiegato il sindaco di Genova

“Cosa mi ha convinto a candidarmi? Quaranta minuti di conversazione con Giorgia Meloni. Oltre a quelle fatte con gli altri leader del centrodestra, che ringrazio per la fiducia”. Lo ha detto il candidato per le elezioni regionali in Liguria, nonché sindaco di Genova, Marco Bucci. In un’intervista al Corriere della Sera il primo cittadino parla della sfida che dovrà affrontare a fine ottobre contro il candidato del Pd Andrea Orlando e svela dei dettagli legati alla sua malattia. “Ho un cancro metastatico alle ghiandole linfatiche nel collo. Me l’hanno diagnosticato il 30 maggio. Operato il 3 giugno. Mi hanno levato una trentina di linfonodi. Ora comunque, direi che sto fisicamente bene, per quanto possibile. Ho appena finito le mie trenta sedute di radioterapia. Ho appena cominciato con l’immunoterapia. Iniezioni di anticorpi monoclonali per i cosiddetti tumori sensibili, una ogni ventuno giorni”.

Sulla conversazione che ha avuto con Meloni, il sindaco spiega: “Mi ha veramente impressionato per come ha descritto la situazione. E per le motivazioni che la portano a pensare che io sia la persona giusta per questo lavoro. ‘Io ti dico qual è la scelta politica e professionale’ mi ha detto. ‘Ma su quella personale devi decidere solo tu’. Ci ho pensato sopra una notte, e poi ho sciolto la riserva“. Sulle prospettive future Bucci ribadisce: “Genova e la Liguria non sono in ginocchio, questa è una descrizione falsa della realtà. Dobbiamo guardare al futuro. Non voglio che si torni indietro, che si butti via il lavoro di questi ultimi anni”.

Il sindaco di Genova poi risponde ad alcune domande in merito alla sua malattia: “Quando uno è malato, essere impegnato tutti i giorni aumenta l’adrenalina. Diciamo che fare la campagna elettorale sarà una buona terapia. Sulla candidatura i miei figli mi hanno detto di fare attenzione. Mia moglie invece non è contenta. Secondo lei mi sacrifico troppo. Ma ci siamo messi d’accordo, come sempre in una vita trascorsa insieme“, spiega Bucci.

“Se ho mai avuto momenti di sconforto? All’inizio sì. La parola tumore metastatico non fa piacere a nessuno. Avevo sentito una pallina sotto la mandibola, pensavo fosse una stupidata invece era un linfonodo ingrossato e malato. Mi sono sentito debole. È diventato inevitabile pensare a quanto tempo mi rimane. Poi ho capito che anche qui bisogna reagire, in qualche modo. È uno status mentale, devi capire che la tua vita è cambiata ma non è ancora finita”, spiega. Bucci però non vuole fare retorica: “Ho troppo rispetto per chi sta male. Mi sento di dire solo una cosa: quando pensate di avere un problema, correte subito dal medico. La diagnostica salva la vita, o almeno contribuisce ad allungarla”.

Il sindaco poi parla anche della vicenda giudiziaria che ha spinto alle dimissioni di Giovanni Toti: “Rispetto a Giovanni sono più sobrio come carattere. Ma non so cosa sia il ‘totismo’, non amo queste definizioni. Se qualcuno mi dice che in questi anni la regione ha fallito, ribatto che tutti i parametri importanti sono migliorati. Anche la gente lo sa. Alla gente interessano i fatti: abbiamo costruito in fretta e bene il Ponte San Giorgio, abbiamo ingrandito il porto. Io resto molto concentrato sui fatti. E per favore, che nessuno parli di ‘buccismo’“.

Infine, in merito alle sue aspettative di vita, anche legate a una sua vittoria alle prossime regionali: “Capisco i dubbi sulle mie condizioni di salute, sono legittimi. Ma ho detto che me la sento. Se mi rimangono tre anni di vita, li spenderò così. Se ne ho cinque, riesco a fare il presidente fino al termine del mandato. Se poi me ne restano altri dieci, me li faccio tutti in barca a vela“.

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