La giostra di Federico

La recensione del libro di Umberto Piersanti eduto da Affinità Elettive Edizioni, 86 pp., 12 euro

Già iniziata con la pubblicazione di Nell’antico Ducato, l’esplorazione di una Urbino rinascimentale continua in questo agile e snello libretto, ambientato in un periodo storico che precede di poco la grande epoca dei Montefeltro. Umberto Piersanti è abile nel tessere la trama di questo racconto breve, dove le guerre e la sete di potere campeggiano all’interno delle maggiori famiglie nobiliari italiane del periodo. La sua è una prosa che scorre veloce sebbene non sia priva di dettagli storici e di ricostruzioni minuziose degli usi e costumi dell’epoca, il tutto in una salsa anche umoristica e gioviale. In una Urbino alle prese con la conquista di un vasto territorio montano e che fa da sfondo perenne al racconto, sfoggiano allora i personaggi più diversi, ma tutti accomunati dall’ammirazione per il conte Federico, alias futuro Duca Federico da Montefeltro, che diventerà celebre al grande pubblico grazie al dipinto di Piero della Francesca contenuto oggigiorno nella Galleria degli Uffizi di Firenze. La particolarità di questo dipinto, un dittico, poiché non solo il Duca ma anche sua moglie Battista Sforza vengono raffigurati entrambi di profilo, sta nel fatto che il naso del Duca, visibilmente storto, è stato oggetto di numerose diatribe tra gli storici e i cultori d’arte di tutto il mondo. La maggior parte di essi, ad ogni modo, segue la pista della giostra, durante la quale si racconta che il futuro Duca sarebbe stato trafitto dall’occhio destro fino al naso dalla lancia del suo sfidante, Guidangelo de’ Ranieri. Questo spiega poi il motivo del suo farsi raffigurare esclusivamente di profilo da sinistra, evitando così facendo di mostrare l’occhio danneggiato nei ritratti ufficiali.

Umberto Piersanti fa rivivere tutto ciò che precede questo incontro, organizzato per celebrare la vittoria degli Sforza sul trono di Milano, nonché per celebrare le virtù e le gesta eroiche dei due contendenti, poco prima che Urbino diventi la roccaforte rinascimentale che tutti conosciamo. Il suo racconto narra le gesta di poeti, eremiti, cavalieri e contadini alle prese con le loro preoccupazioni giornaliere, mettendo in rilievo un forte rapporto che tra loro è sempre ben costante, quello tra natura e cultura. Molteplici sono infatti i richiami alle tipicità botaniche del Montefeltro, così come alle varie arti figurative (la “maniera toscana” di dipingere, nello specifico) di cui Federico è sempre stato un fervido appassionato, tanto da far arrivare a Urbino i più grandi artisti dell’epoca. Ma è soprattutto un grande affresco storico di un tempo grandioso in cui regna la tolleranza (gli ebrei spagnoli, cacciati dalla Spagna, troveranno rifugio nella città ducale), e di cui Piersanti ci rende testimoni attraverso il suo occhio sempre più vivo e lucido.

Umberto Piersanti

La giostra di Federico


Affinità Elettive Edizioni, 86 pp., 12 euro

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