Cittadini italiani dopo cinque anni: in Cassazione il referendum di +Europa

Tra ius soli e ius scholae, Riccardo Magi e molti altri partiti e associazioni hanno scelto il referendum come strumento per cambiare la legge sulla cittadinanza: “Ci aspettiamo che chi in questi giorni si è detto favorevole a una riforma appoggi la nostra iniziativa”

Tra lo ius scholae e lo ius soli, vince il referendum. Questa mattina il segretario di +Europa Riccardo Magi, insieme a molte altre associazioni e alcuni partiti, ha depositato alla Corte costituzionale un quesito referendario sul tema della cittadinanza. Si tratta della prima azione concreta fatta da una forza politica da quando i partiti hanno ricominciato a discutere del tema e da quando si è aperta una breccia nella maggioranza, con Forza Italia che continua a dichiarare di essere favorevole all’introduzione dello ius scholae nonostante il muro di Lega e Fratelli d’Italia. +Europa ha così presentato un testo che non fa riferimento a nessuna delle due visioni legate all’ottenimento della cittadinanza, ma punta a modificare i termini e le condizioni di una legge già esistente.

“Abbiamo depositato in Cassazione il quesito referendario che mira a far tornare a cinque anni di soggiorno legale ininterrotto in Italia il termine necessario per presentare la richiesta di concessione della cittadinanza per i cittadini maggiorenni stranieri”, ha detto Riccardo Magi questa mattina ai cronisti presenti. Quella a cui fa riferimento, è una norma della legge 91/1992 in base alla quale la cittadinanza può essere concessa a un cittadino straniero in regola con il permesso di soggiorno che risiede nel nostro paese da dieci anni. Il quesito referendario presentato oggi in Cassazione vuole ridurre questo limite a cinque anni, dimezzandolo.

“Gli italiani di fatto e non di diritto che sarebbe interessati da questo intervento sono circa 2 milioni e 300 mila, più i figli Da troppo tempo il nostro paese aspetta una nuova legge sulla cittadinanza, una legge che vada a uniformare la nostra disciplina a quella degli altri paesi europei, come fatto recentemente anche in Germania. Di fronte all’immobilismo del Parlamento e al tradimento delle aspettative di cittadini italiani di fatto, e tuttavia senza cittadinanza, il referendum è lo strumento più incisivo che abbiamo”, ha scritto Magi sui social.

Nel corso della presentazione del quesito lo stesso deputato ha poi sollecitato le altre opposizioni (e Forza Italia): “Ci aspettiamo che chi in questi giorni si è detto favorevole a una riforma della legge sulla cittadinanza appoggi questo referendum. Alla retorica del ‘prima gli italiani’, rispondiamo con ‘Italiani prima'”.


Il testo del quesito recita così: “Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole ‘adottato da cittadino italiano’ e ‘successivamente alla adozione’ e lettera f) della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla Cittadinanza?”.

Oltre a +Europa, tra i promotori ci sono le associazioni “Italiani senza Cittadinanza”, Conngi, Idem Network, organizzazioni come Libera, Gruppo Abele, A Buon Diritto, Società della Ragione, Possibile, il Partito socialista, i Radicali italiani, Rifondazione Comunista e personalità come Mauro Palma, Luigi Manconi, Ivan Novelli, Simohamed Kaabour di Idem Network.

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