Il manuale del fosforo e dei fiammiferi

La recensione del libro di Matteo Terzaghi edito da Quodlibet Storie, 120 pp., 14 euro

Pezzi in prosa, brevi saggi, favole, micro apologhi, memorie personali, sogni: sono questi i territori che si troverà a esplorare il lettore de Il manuale del fosforo e dei fiammiferi, ultimo libro di Matteo Terzaghi. Una sorta di avventuroso percorso nell’infanzia marca ogni pagina. Intendiamo il termine nell’accezione che era cara a Walter Benjamin. Terzaghi restituisce vita a oggetti, materiali, luoghi geografici, a libri che il tempo, l’accelerazione tecnologica, ha reso quasi obsoleti. I magnifici manuali Hoepli, ad esempio. Composti accuratamente, scritti con autorevole distacco, volumi come L’industria dei fiammiferi e del fosforo (1909), rendono evidente questo inesorabile passaggio verso l’obsolescenza di “cose” che, un tempo essenziali, usate con parsimonia, si sono lentamente trasformate in un passatempo per consumatori, un trucco per prestigiatori, come indica un secondo manuale, edito nel 1984: Fiammiferi. Collezionismo, curiosità e giochi, di Anders Neumüller. E’ questo che è capitato a molte cose che hanno circondato la nostra esistenza, e di cui abbiamo fatto esperienza. Proprio come La traversata del Gottardo. In poche pagine emerge con forza la trasformazione di un viaggio: lo scollinare in auto del passo del Gottardo, il paesaggio montano, i freni sollecitati in discesa, da impresa si trasforma in un percorso sonnolento lungo un tunnel buio, tra miasmi di gas di scarico, percorribile dal 2016 anche in treno: “Un tubo di 57 km che corre in linea retta come se la roccia della montagna non gli opponesse e non gli avesse mai opposto la benché minima resistenza”.


Come una sorta di Sammler, colui che “raduna” cose spesso dimenticate, animato da una vera passione avventurosa e curiosità, Terzaghi, in pagine cristalline, convoca collezionisti di sassi, artisti enciclopedisti come Armand Schulthess, la cui opera, disseminata nel bosco a fianco della sua abitazione, verrà distrutta, cancellata dagli eredi; annota pagine dolenti sulla distruzione di una tipografia, smontata malamente, pezzo per pezzo. Come un Sammler, da un mucchio di rovine estrae un tesoro. Di un altro manuale, leggiamo questo passo illuminante: “Il geologo è corredato da disegni al tratto e cliché logorati dall’uso, ossia dalle numerose ristampe in questo e in altri volumi, immagini tutt’altro che spettacolari, eppure a volte quasi commoventi nella loro scarsa definizione, come la fotografia di un frutto fossile che dovrebbe essere un’arancia ma fa pensare a un corpo celeste sospeso nello spazio”. Certi oggetti migrano, li ritroviamo in altri racconti, in un perpetuo movimento browniano. Mirabile obsolescenza.

Matteo Terzaghi


Il manuale del fosforo e dei fiammiferi


Quodlibet Storie, 120 pp., 14 euro

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