Il volto di pietra

La recensione del libro di William Gardner Smith edito da Edizioni Clichy, 248 pp., 21 euro

Accecato dalla rabbia e da un razzismo contro i neri che diventa l’emblema degli Stati Uniti dei primi anni 60, Simeon parte alla volta di Parigi al fine di trovare conforto nella “tollerante” e “aperta” società francese. Lì infatti, malgrado le prime difficoltà di ambientamento, non esiste razzismo verso le persone di colore. Tuttavia, con la guerra di liberazione algerina in corso che sta cercando di portare giorno dopo giorno l’Algeria verso gli accordi di Evian del 1962, la Francia sembra non essere troppo tollerante con quelli che definisce molto grossolanamente bicot o melon, ossia gli arabi algerini.

Mosso da un fervente desiderio di aiutare gli umili e gli oppressi come lui, Simeon inizierà a frequentarne alcuni: tra pacifisti, militanti dell’Fln, o donne torturate e abusate durante l’occupazione francese dell’Algeria, il protagonista del romanzo si trova a suo agio. Instaurerà inoltre una relazione con Maria, giovane e promettente attrice di origini ebree polacche che lo aiuterà nel processo di “insediamento” francese. Combattere l’odio degli uomini diventa dunque la sua missione, anche a costo di utilizzare la violenza, lui che la violenza l’ha sempre subìta d’altronde. Cieco da un occhio per lo sfregio arrecatogli da un certo Mike quando era adolescente, Simeon dovrà combattere l’immagine fissa di quel “volto di pietra” che lo ha segnato profondamente, e che ritrova negli sguardi di tanti altri individui che incontra o di cui incrocia solamente gli occhi nelle sue peregrinazioni parigine. L’episodio in cui colpisce un poliziotto durante una manifestazione pacifica degli affiliati dell’Fln gli costerà infatti l’arresto e una pesante requisitoria da parte delle autorità competenti, ma verrà infine scagionato. Gli verrà spiegato che i francesi non odiano per niente i neri, e che per loro non sarebbe una cosa gradevole doverli espellere dal paese. Ad ogni modo Simeon sta maturando piano piano la decisione di rientrare in patria, visto il clima di repressione che si respira nella Ville Lumière. La relazione con Maria giunta quasi al termine a causa delle ambizioni della ragazza di poter fare cinema a livello internazionale, Simeon sente il bisogno di rientrare per poter combattere contro il razzismo americano sempre più dilagante. La morte di Ahmed, inoltre, avvenuta da parte dei paracadutisti francesi sulle montagne dell’Algeria, rappresenta una spinta in più a lasciare il paese.

Un romanzo avvincente e corale, che si legge tutto d’un fiato. Attraverso uno stile asciutto e diretto, William Gardner Smith arriva direttamente al lettore, facendolo riflettere sulla condizione del nero, dell’ebreo e della donna. Egli accende, infine, e non è meno importante, ciò che James Baldwin e Frantz Fanon esploreranno in maniera più teorica nei loro scritti a venire.

William Gardner Smith

Il volto di pietra


Edizioni Clichy, 248 pp., 21 euro

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