Il maestro dei sogni

La recensione del libro di Marco De Franchi edito da Longanesi, 496 pp., 19,90 euro

I gialli sono come la democrazia: una cosa difficile, spesso sottovalutata, che non può permettersi di prescindere dal consenso. Un buon libro giallo, infatti, deve funzionare e deve piacere e, soprattutto, deve resistere alla cattiva fama cucita addosso alla letteratura di genere. Anzi, si potrebbe dire che il giallo è la quintessenza della democrazia. Una società democratica è una società in cui si possono scrivere gialli. Per questo dovremmo essere felici quando nascono bravi giallisti in Italia. Marco De Franchi è uno di questi. Il suo primo libro, La condanna dei viventi (Longanesi 2022), definito da Gian Paolo Serino “un cazzo di capolavoro. […] Uno di quei libri che ti sequestrano senza rapinarti”, inizia con una scena scura, tra le più nere degli ultimi anni: “Il bambino correva lungo il margine della strada, come un animale in fuga nella notte. All’uomo sull’auto ricordò la celebre fotografia di Kim, la bambina vietnamita che scappava disperata mentre il napalm le bruciava la schiena”. Ora l’autore, ex commissario capo di Polizia del Servizio centrale operativo, ha scritto un secondo libro e la protagonista è sempre Valentina Medici, anche lei commissario dello Sco. Il maestro dei sogni è la scommessa vinta di chi, leggendo per primo il suo esordio, puntò su De Franchi. Si tratta di un altro romanzo notevole, lucido, altrettanto violento, cupo e terroristico, e precisamente in questo senso: il filosofo Rosset Clément, nel suo La logica del peggio. La filosofia del terrorismo, pubblicato in Italia nel 1973 proprio dalla stessa casa editrice di De Franchi, Longanesi, spiega come una filosofia terroristica rifiuti non solo l’ottimismo ma persino il pessimismo, poiché entrambe le disposizioni dello spirito si basano sul Dato, su una realtà da interpretare in senso positivo o negativo. Una filosofia terroristica, invece, rifiuta proprio il Dato. De Franchi, che pensa alla storia e non si lascia corrompere da facili sperimentalismi che avrebbero reso il suo thriller qualcosa di più vago e, solo per questo, più appetibile ai critici, riesce comunque in qualcosa che molti autori, non di genere, tentano di vendere senza successo al lettore più colto: rifiuta costantemente il Dato, e quindi qualsiasi possibilità terapeutica del racconto, senza gettare nel fiume anche la trama. Anzi, preservandola in ogni pagina con gelosia, quasi nient’altro contasse e tutto emergesse collateralmente alla vicenda, persino lo stile. Valentina Medici viene sventrata dalla penna di De Franchi che non le lascia niente, neanche la salute mentale. Ed è in questa impietosa dissipazione terroristica che si nasconde il ritmo della storia.

Marco De Franchi

Il maestro dei sogni


Longanesi, 496 pp., 19,90 euro

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