Un Toti a Roma. Fa visita agli alleati. Ma lo scouting per il successore non decolla. Ipotesi Bagnasco (FI)

L’ex presidente torna nella capitale per la prima volta dopo la fine degli arresti domiciliari. Gli incontri per trovare un candidato del centrodestra: “Il nome ancora non c’è ma contiamo di chiudere entro agosto”. E Tajani candida l’ex sindaco di Rapallo

Vedendolo piombare qui, davanti a Porta Pia, Giovanni Toti non sembra quasi mostrare il peso dei due mesi vissuti agli arresti domiciliari. E’ venuto a fare “un saluto agli amici, alcuni dei quali mi sono stati particolarmente vicini”. E quindi, appena dopo Maurizio Lupi, eccolo far visita a Matteo Salvini ed Edoardo Rixi. E poi nel pomeriggio a Maurizio Gasparri e Giovanni Donzelli. In un ordine forse non casuale di vicinanza politica, con i meloniani lasciati alla fine. Anche se “non credo che per le regionali la partita si chiuda oggi”, dirà Toti. L’unico a parlare di nomi è Antonio Tajani. Per la Liguria il vicepremier ha proposto l’ex sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco, vicinissimo alla famiglia Berlusconi. Che al Foglio dice: “Sono lusingato. Mi metto a disposizione. Ma la partita è ancora lunga. Bisognerà parlarne con Meloni e Salvini”. Magari già nel Cdm di domani?

Il nome di Bagnasco non è stato messo sul tavolo a caso da Tajani. Dopo il diniego di Rixi, confermato oggi dall’ex governatore (“candidarsi non è esattamente nei suoi piani di vita”, ha detto al Foglio), la coalizione ha iniziato a misurare la forza di candidati alternativi. Tra questi la deputata ed ex assessora di Toti Ilaria Cavo, anch’ella a Roma, il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini e il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi. Hanno rifiutato il rettore dell’Università di Genova Federico Delfino, che ha derubricato la vicenda a “fantapolitica”, e il presidente dell’Ordine dei medici di Genova, Alessandro Bonsignore. Segno che un’intesa sul nome ancora non c’è, ma che la caccia al candidato è aperta. Quello col consenso più alto, secondo un sondaggio circolato nel centrodestra, sarebbe proprio Bagnasco, coordinatore di FI in regione. “Non posso negare che qui in Liguria mi conoscono un po’ tutti”, dice il diretto interessato. Aggiungendo pure che però, quelli di oggi, sono stati incontri perlopiù “interlocutori”. In cui ovviamente si è iniziato a parlare anche di regionali. Senza un’intesa sul nome ma con la promessa di trovarlo entro la fine di agosto. Come hanno spiegato un po’ tutti gli attori coinvolti, in ultimo anche Donzelli, s’è cercato di prefigurare una continuità con l’amministrazione Toti. Riconoscendo la difficoltà di andare al voto nel mezzo di un’inchiesta. E con la Lega che ha parlato di “patrimonio da non disperdere”. Per esempio sul lato degli investimenti e delle grandi opere.

A ogni modo la carta del candidato civico di cui s’era parlato nelle scorse settimane è ancora in campo. Anzi, come ha spiegato Toti stesso ieri dopo l’incontro con Maurizio Gasparri, resta un’opzione forte, perché “il 75 per cento dei comuni liguri è governato da civici”. Sarebbe la soluzione preferita anche dallo stesso Rixi, che in più occasioni ha spiegato: “Centrodestra classico contro centrosinistra, dopo tutto quello che è successo, fa vincere il centrosinistra”. Anche da Forza Italia aspettano di capire quale possa essere il nome tirato fuori dall’ex ministro e sindaco di Imperia Claudio Scajola, che da quando Toti è stato coinvolto nell’inchiesta è sembrato vestire i panni del kingmaker in regione. In questi giorni Scajola s’è fatto silenzioso. Ma ha detto di avere “chiaro in testa lo schema”. Escludendo che si possa alla fine andare sul nipote Marco Scajola, assessore all’Urbanistica della giunta regionale uscente: “Non va bene, ci vuole altra roba”.

La giornata di oggi è servita a Toti per tornare a respirare l’aria della capitale, per mostrarsi forte nonostante la complicata vicenda giudiziaria, che lo vedrà in aula per la prima volta il 5 novembre. Tanto che a chi gli ha chiesto se fossero vere le voci di una sua candidatura in Parlamento alla prima occasione ha risposto: “Il Parlamento mi sembra bello che fatto. E io ho tanti impegni nei prossimi mesi, alcuni anche poco piacevoli…”. Nonostante la malinconia però Toti ci ha tenuto a farsi vedere in forma nonostante gli 86 giorni di domiciliari. “Da solo so stare, a casa avevo chi mi voleva bene e mi faceva da mangiare, infatti non mi vedete deperito, anche se sono contento di poter dire che ho tolto un buco dalla cintura”. Ha sentito Meloni? “No, ma ho salutato Arianna”, racconta poi Toti lasciando in serata la sede di Fratelli d’Italia.

Ma in questa giornata di “saluti agli amici” e riscatto si è anche verificata una nuova frizione all’interno della maggioranza. Nell’incontro con Toti, Salvini non ne ha parlato direttamente. Ma l’ex governatore con i cronisti s’è detto favorevole all’istituzione di uno “scudo per i presidenti di regione”. Di modo che non possano incappare facilmente in procedimenti giudiziari. Come proposto proprio dalla Lega. Ipotesi che però non è stata accolta con grande entusiasmo dal resto della coalizione. “Non credo che la soluzione sia dare scudi a chi svolge importantissime funzioni a garanzia di tutti i cittadini”, ha detto il senatore meloniano Raffaele Speranzon.

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