Per capire lo spirito olimpico basta guardare il sorriso di Sara Errani

La tennista ha conquistato la finale di doppio. Ci aveva provato già in quattro edizioni dei giochi, anche in singolare. Niente. Ce l’ha fatta, a 37 anni, insieme alla sua nuova amica Jasmine Paolini. La prima storica medaglia del tennis italiano alle Olimpiadi

Per capire lo spirito olimpico basterebbe guardare il sorriso di Sara Errani dopo essersi qualificata per la finale di doppio insieme alla sua nuova amica Jasmine Paolini. Hanno appena conquistato la prima storica medaglia del tennis italiano (oro o argento lo scopriremo domani) e non smettono più di essere felici. Eppure Sara in doppio ha vinto due volte gli Australian Open e una volta Wimbledon, Roland Garros e gli Us Open. È abituata a vincere, anche se quelli sono tutti successi di una decina di anni fa quando faceva coppia con Roberta Vinci. Però Saretta che ad aprile ha compiuto 37 anni, aveva un chiodo fisso, un sogno da realizzare: una medaglia olimpica.

Ci aveva provato già in quattro edizioni dei giochi, anche in singolare. Niente. A Londra erano state le sorelle Williams a eliminare lei e Roberta. Gli anni passavano e Sara non mollava. “L’anno scorso qui a Parigi durante il Roland Garros mi sono trovata al bar dell’hotel con Jas e le ho fatto la mia proposta: facciamo diventare una cosa seria il nostro doppio e puntiamo ad una medaglia ai Giochi”. Non è chiaro quanto Jasmine che intanto stava diventando una giocatrice fortissima in singolare, l’abbia fatta aspettare. “ma noi, dai ho accettato subito… quasi subito. Ne ho parlato anche con il mio allenatore, mi ha detto che mi avrebbe aiutato a migliorarmi anche per il singolare e eccoci qui. La voglia olimpica di Sara mi ha contagiata”. Fino a sottoporsi al doppio turno dell’altro giorno, al mattino il singolare e al pomeriggio l’esordio in doppio.

Una bella faticaccia che poi ha pagato uscendo in singolare contro la Schmiedlova. Sara non lo dice, ma probabilmente era contenta: poteva risparmiarsi per la loro missione. “Jasmine sentiva quanto era importante per me questo traguardo e devo ringraziarla per averci messo tutta se stessa. Non era scontato”. L’altro giorno, durante gli ottavi contro due francesi, erano finite al centro di un caso loro malgrado quando un giornalista di Rmc aveva commentato: “A sinistra c’è Sara Errani che comanda, fa tutto lei: i piatti, cucina, lava…”. Una battuta, dai. Non per l’associazione dei giornalisti francesi che ha commentato: “Vi ricordiamo che le osservazioni sessiste e misogine non hanno posto in una competizione internazionale”. Siamo alla follia. Sara e Jas. Per quella medaglia Sara è disposta anche a lavare i bagni, verrebbe da dire.

“È incredibile, questo è un sogno che si avvera per me. Ho sempre avuto il pallino della finale olimpica, riuscirci all’ultimo tentativo è pazzesco, sono troppo felice. Mi ricordo quando tanti anni fa mi chiedevano se preferissi vincere uno Slam o le Olimpiadi: ho sempre detto i Giochi, perché per me sono il massimo dello sport. Per alcuni tennisti non hanno importanza, ma per me una medaglia olimpica è il massimo che ci può essere. Ci ho provato tanti anni, esserci riuscita qui con Jas è pazzesco”. Ecco lo spirito olimpico. Nessuno le potrebbe mai dire che non è stata abbastanza cattiva.

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