Al nostro dream team della scherma è mancato il buco nella ciambella

Le ragazze del fioretto mancano l’oro e si devono accontentare dell’argento, Gli Stati Uniti stanno diventando la nostra bestia nera

Erano il nostro Dream team. Le ragazze del fioretto arrivavano a Parigi dopo aver conquistato l’oro a squadre al mondiale di Milano e aver monopolizzato il podio nella gara individuale. Anche il presidente Malagò, che come membro Cio può scegliersi alcune premiazioni da effettuare, aveva deciso di venire a consegnare le medaglie al Grand Palais, invitando in tribuna anche la presidente del Consiglio Meloni nel suo primo giorno olimpico bagnato dagli ori di De Gennaro e Bellandi. Ma alla fine è mancato il buco nella ciambella. L’oro si è trasformato in argento dopo la finale con gli Stati Uniti che avevano già conquistato il titolo individuale e stanno diventando un po’ la nostra bestia nera.

C’è una nuova scuola che cresce al di là dell’Atlantico, grazie agli investimenti delle università, anche in vista dei Giochi di Los Angeles. Se arrivi a Parigi per fare il pieno di medaglie e torni a casa solo con l’argento un po’ di delusione è legittima. “Ma qui le medaglie non le regalano”, commenta Arianna Errigo, mamma Arianna, la nostra portabandiera. “Ovviamente non siamo felicissime, eravamo venute qui con il sogno dell’oro, Da un lato c’è la delusione di non averlo vinto, ma dall’altra parte c’è la convinzione che una medaglia olimpica va sempre festeggiata. La squadra americana ha fatto una finale perfetta, noi restiamo orgogliose del nostro percorso e questa resta una bellissima medaglia d’argento”.

Alla fine, dopo tutta la trafila televisiva con la lacrimuccia, ritrovano il sorriso smarrito in una finale in cui non sono mai riuscite a prendere il comando dei giochi. Arrivavano da campionesse del mondo. Hanno pagato un po’ anche lo scenario in cui hanno tirato. “Noi della scherma non siamo abituati a combattere con tanto pubblico e tanta pressione. Qualcuno lo ha patito certamente, ma ci sta. Io mi esaltavo per il tifo, anche quando era contro, ma ognuno è fatto a modo suo”, ha aggiunto Stefano Cerioni, il c.t. che cerca di nascondere la delusione, pur ammettendo: “Eravamo venuti qui per cercare di vincere, ma non siamo mai riusciti a riprendere il nostro ritmo. Purtroppo il distacco accumulato all’inizio non siamo più riusciti a recuperarlo. Però le ragazze sono state brave a provarci fino in fondo, a non arrendersi fino all’ultimo”. Cerioni ha anche provato la mossa della disperazione inserendo la Palumbo al posto della Favaretto, ma non è servito. Sembrava una serata stregata.”Io ho sempre avuto il pensiero positivo fino alla fine. Sono sempre l’ultimo a mollare…”. Martina, la baby del gruppo, è quella con la faccia più triste. Ha patito molto l’esordio olimpico fin dalla gara individuale. Non riesce ancora a darsene pace. Eppure lei è quella con più futuro del gruppo. E questo argento che per altre può essere la fine della corsa, per lei sarà solo l’inizio.

Per Arianna, un oro, due argenti e un bronzo olimpici in bacheca, oltre a 10 titoli mondiali e 14 europei, potrebbe essere l’ultimo ballo olimpico: “Ho deciso di prendermi un anno alla volta. Non posso pensare come prima a quadrienni. Dopo Londra pensavo a Rio, dopo Rio pensavo a Tokyo, dopo Tokyo ho pensato alla famiglia, ma anche a Parigi. Adesso ho 36 anni non so proprio se a Los Angeles sarò ancora qui. Non lo vedo un traguardo sicuro. Ci sono tante cose da valutare e sarei presuntuosa a dire che a 40 anni sarò ancora lì”. Arianna ha lasciato il segno nella scherma. Le è mancato solo l’oro olimpico individuale, ma a casa ha una collezione niente male. “L’immagine della mia Olimpiade è quella con la bandiera, un’emozione ancora più grande dell’oro. Per me non c’è nulla di più che rappresentare il mio Paese. Io mi sono sempre misurata nel mio sport, ho sdoganato di essere la migliore, ma qui sono andata davvero oltre. Arrivare a 36 anni, mamma di due gemelli meravigliosi, a fare la portabandiera… Io sono venuta felice a quest’Olimpiade. Poi certo avrei voluto vincere l’oro individuale e quello a squadre. Non ce l’abbiamo fatta, ma io vado ad casa felice: per me quest’Olimpiade l’ho vinta”. Ed ecco che dopo questa confessione tornano in mente le parole della sua ex compagna di squadra Valentina Vezzali che non vede una grande cattiveria in questa squadra, un concetto ripreso anche dalla Di Francisca: “Se facciamo una valutazione di questi tre anni abbiamo vinto a squadre europei e mondiale, a Milano abbiamo occupato tutto il podio individuale, io ho vinto gli Europei. Male non siamo andate proprio. Non mi interessa sentire che non siamo abbastanza cattive”, la risposta di Arianna che con la Vezzali e la Di Francisca 12 anni fa a Londra si era portata a casa l’oro a squadre. “Ma questo è lo sport”, aggiunge Arianna che non uscirà mai dalla scherma, ma per ora non ha intenzione di avviare alla pedana i suoi gemelli. “Sarebbe troppo pesante con una mamma così, ma se vorranno…”. Forse la storia degli Errigo ai Giochi non è ancora finita.

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