Tutte le novità del ddl Concorrenza. Ecco la bozza del testo su cui duellano Fitto e Salvini

Dalle concessioni autostradali alla proroga per i dehors dei locali, dalle misure per le start-up all’etichetta anti-shrinkflation. Assenti i nodi taxi e balneari. Ecco i 32 articoli del testo atteso in Cdm lunedì e poi slittato. Il 26 luglio è la prossima data utile

Il ddl Concorrenza 2023, una delle leggi chieste dall’Ue come obiettivi per l’erogazione della settima rata del Pnrr, deve ancora arrivare in Cdm. O meglio, è arrivato nel pre consiglio di lunedì mattina, che doveva dare il via libera tecnico al testo, ma è stato bloccato dal duello tra i ministri Salvini e Fitto sul nodo della disciplina del settore autostradale. Il ministro delle Infrastrutture vorrebbe intervenire sui rinnovi delle concessioni prevedendo una tariffa unica nazionale e un intervento diretto dello stato in materia di lavori di manutenzione. Tutte fattispecie su cui s’è acceso un faro da parte della Commissione europea, secondo cui questa nuova normativa potrebbe portare al rischio di buchi di bilancio. Rimostranze che sono state espresse dagli stessi tecnici del ministero degli Affari europei. Con il ministro Raffaele Fitto che a inizio settimana, pur non parlando esplicitamente di ddl Concorrenza, ha detto: “Il lavoro che abbiamo sempre fatto è quello del confronto con la Commissione Ue, spesso preventivo per evitare di creare situazioni polemiche e problemi, e proseguiamo anche su questo con questo metodo”. Insomma alla fine si è preferito non intervenire sul punto.

Prima dell’inizio della pausa estiva, il governo ha in agenda altri due Cdm: il 26 luglio e il 7 agosto. Sarebbe ideale riuscire ad approvare il ddl Concorrenza prima di settembre perché dopo l’estate inizierà la serrata sessione di Bilancio e rischia di rimanere poco tempo per l’approvazione del testo in Parlamento. Approvazione che, come detto, deve arrivare prima della fine dell’anno per lo sblocco della terza rata. Il provvedimento potrebbe quindi andare in Cdm tra due giorni, il 26 luglio.

Che cos’è la legge annuale per il mercato e la concorrenza

Prima di proseguire oltre, facciamo un piccolo passo indietro per spiegare di cosa si discute. Come ben riassunto da Openpolis, la legge annuale per il mercato e la concorrenza “ha lo scopo di rimuovere le barriere normative per facilitare l’apertura dei mercati ai piccoli imprenditori e tutelare i consumatori. I contenuti della legge sono definiti anche sulla base di analisi – svolte a livello europeo, di autorità amministrative indipendenti nazionali, di associazioni di categoria e altri soggetti istituzionali – che mirano a capire quali siano i settori su cui è necessario intervenire con delle riforme per eliminare gli ostacoli alla libera iniziativa imprenditoriale”. La concorrenza naturalmente è materia di competenza dello stato, che però si muove dentro i paletti comunitari. Il disegno di legge sulla concorrenza, di iniziativa governativa, va approvato quindi in Consiglio dei ministri e dovrebbe essere pubblicato una volta all’anno. Tra il 2009 e il 2021 ciò è avvenuto una sola volta, nel 2017 (con il governo Gentiloni). Anche per questo Bruxelles ha chiesto esplicitamente all’Italia di inserire la Concorrenza tra le riforme previste dal Pnrr. La prima legge pubblicata al fine di adempiere agli obiettivi del Piano è entrata in vigore il 27 agosto del 2022 e fa riferimento al 2021. La seconda il 31 dicembre del 2023 con riferimento al 2022.

Torniamo al nuovo ddl, quindi. Ieri è stata fatta girare una bozza con i 32 articoli, un testo “vecchio” sul quale, appunto, non c’è accordo tra Salvini e Fitto. Il testo non affronta nessuno dei grandi temi aperti: dai balneari ai taxi, settori che attendono una soluzione urgente dopo le sentenze della Corte costituzionale e della Corte europea. Il testo del disegno di legge (provvisorio) si occupa invece dei dehors, di lotta alla shrinkflation, di settore assicurativo e di startup. Vediamo qui in dettaglio che cosa contiene.

Autostrade

Ben 17 articoli su 32 della bozza trattano di Autostrade e vanno dall’affidamento delle concessioni, alla durata, fino alla fissazione e aggiornamento delle tariffe autostradali. Le concessioni, si legge, saranno aggiudicate tramite procedure di evidenza pubblica, salvo nei casi in cui si proceda ad affidamento diretto da parte del Mit a società in house costituita ad hoc interamente controllata dal Mef e soggetta al controllo del Mit o una società diversa, anche appositamente costituita, che consenta al ministero di affidare le concessioni relative ad autostrade che interessano una o più regioni a società in house di altre amministrazioni pubbliche, anche appositamente costituite. Ma il ministro Fitto da settimane chiede di attendere il negoziato con Bruxelles prima di presentare una proposta di riforma delle concessioni autostradali.



Proroga per i dehors fino al 2025

Per quanto riguarda i dehors, si stabilisce che il governo sia delegato ad adottare un decreto legislativo per il riordino e il coordinamento della materia: nell’attesa dell’emanazione di questo decreto legislativo, le attuali autorizzazioni vengono prorogate fino al 31 dicembre 2025 “e comunque fino alla data di entrata in vigore delle disposizioni di riordino della materia ai sensi del medesimo decreto legislativo”.

Un’altra sezione del testo contiene misure in materia di start up, con l’obiettivo di fornire “un nuovo quadro normativo – si legge nella Relazione illustrativa – chiaro e favorevole, facilitando l’accesso ai finanziamenti e offrendo ulteriori incentivi fiscali”. Il ddl concorrenza, scrive Wired, allarga il raggio delle agevolazioni fiscali agli incubatori certificati, 57 nel 2022. La definizione viene estesa per includere anche gli acceleratori e dal 2025 viene previsto un beneficio fiscale. Gli incubatori certificati potranno dedurre il 30 per cento della somma investita dalla formazione del reddito, fino a un massimo di 1,8 milioni di euro.

Etichetta ad hoc sui prodotti in caso di shrinkflation

Il governo corre ai ripari contro la shrinkflation, la pratica commerciale che consiste nel ridurre le dimensioni, la quantità o la qualità dei prodotti in vendita, mantenendo uguale prezzo e packaging: chi la attua dovrà avvisare i clienti con un’etichetta ad hoc. I produttori dovranno informare il consumatore “dell’avvenuta riduzione della quantità e dell’aumento del prezzo in termini percentuali tramite l’apposizione nella confezione di vendita di una specifica etichetta con apposita evidenziazione grafica” per almeno sei mesi dalla variazione di quantità.

Le scatole nere dell’assicurazione

Il consumatore potrà richiedere alla propria compagnia assicurativa i dati della propria scatola nera se decide di cambiare compagnia. Il testo introduce il divieto per le assicurazioni di prevedere clausole nel contratto che impediscono o limitano il diritto del cliente di disinstallare i dispositivi alla scadenza del contratto senza costi né penali alla restituzione. Potrà essere previsto un’una tantum di massimo venti euro all’impresa che gestisce il dispositivo per la consegna dei dati elaborati che dovranno essere forniti in un formato strutturato e leggibile per facilitare la portabilità.

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