La Corea produce un raggio laser che abbatte i droni con un dollaro e mezzo, e rivoluziona la guerra

Il dominio dei piccoli droni sul campo di battaglia è cominciato da poco ma potrebbe finire presto. La Corea del sud dà inizio alla produzione di massa di un’arma laser che nei test è riuscita ad abbattere il cento per cento dei piccoli droni in volo a distanza ravvicinata. Il nuovo sistema – un raggio laser, come nei romanzi di fantascienza – sarà posizionato sul confine militarizzato con la Corea del nord, da dove ogni tanto arrivano droni da ricognizione ostili. Il laser è capace di inquadrarli, di colpirli in un punto vulnerabile (per esempio il vano motore), poi di cuocerli per un tempo compreso tra i 10 e i 20 secondi e abbatterli. Il nome del progetto è ovvio: “Star Wars”. 

Questo raggio laser è stato creato per lo scenario coreano, ma tutti hanno pensato subito ad altre due guerre. In Ucraina i piccoli droni commerciali – gli Fpv che si pilotano con un visore e un joystick – sono diventati una presenza molto temuta perché danno la caccia, con una granata appesa alla pancia, a tutto quello che si muove: carri armati, automobili, soldati. Questa è  diventata una tecnica di combattimento molto popolare sia tra i militari ucraini sia tra i militari russi. I video che arrivano dal campo mostrano a ripetizione militari in mezzo ai prati – senza ripari – che corrono per scampare alla caccia dei droni esplosivi, che di solito poi li raggiungono. Il filmato finisce sulle piattaforme social di solito in due parti. Prima in soggettiva: il drone che insegue il soldato. Poi la ripresa da lontano fatta da un secondo drone che mostra il primo drone centrare il bersaglio. Ma tutto questo, se la ricerca militare coreana manterrà quello che promette, è destinato a finire. 

L’agenzia di Difesa coreana sostiene che sparare con il raggio laser costa un dollaro e mezzo a colpo e in questo sta la rivoluzione. Oggi il problema della difesa aerea è che è incredibilmente costosa e ogni attacco dissangua le casse di chi vuole proteggersi. Dal punto di vista della tecnologia, oggi l’Ucraina potrebbe provare a distruggere in volo tutti i missili e i droni lanciati dalla Russia, ma il suo budget finirebbe presto. Se il laser abbatterà i costi, e non soltanto i droni, la difesa aerea diventerà molto meno costosa degli attacchi aerei. E la Corea del sud ha ottimi rapporti con Kyiv, soprattutto da quando Vladimir Putin ha stretto un’alleanza pubblica con la Corea del nord. 

La Corea del sud non specifica a che distanza il raggio laser riesce a colpire i droni, ma nel comunicato c’è scritto che il sistema si chiama Block 1 e che presto arriverà anche Block 2, capace di eliminare  velivoli più grandi a distanze maggiori. 
Il secondo conflitto al quale viene naturale pensare è quello tra i gruppi palestinesi di Gaza, il gruppo libanese Hezbollah e l’esercito israeliano. Come molti osservatori notano, i gruppi armati possono saturare le difese di un paese ben armato a un costo relativamente contenuto con migliaia di razzi  e costringere –  in questo caso – gli israeliani a spendere cifre enormi per fermare gli attacchi. Il sistema laser potrebbe stravolgere questa situazione. Infatti anche gli israeliani stanno lavorando a un sistema molto simile, che sarebbe già in grado di eliminare razzi, proiettili e missili a chilometri di distanza e che per ora non è stato ancora schierato, come invece farà la Corea del sud entro l’anno. 

Per ora l’arma, a giudicare dalle foto, sembra quello che è: un prototipo. Un container di nove metri di lunghezza per tre di altezza e tre di larghezza che non sembra molto mobile o facile da nascondere. Il raggio è invisibile e silenzioso. Ma i suoi stadi di evoluzione promettono di rendere obsoleta la guerra per come la vediamo adesso.

 

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