Spagna-Germania e Portogallo-Francia accendono la fase finale. Con un duello tra titani

Mbappé e Ronaldo si affrontano in una sfida generazionale mentre Toni Kroos si prepara all’addio (forse). Un po’ di numeri e di soldi: sapete quanto guadagna chi vince?

Il pastone, nel linguaggio giornalistico, è – dice la Treccani – un “servizio che riporta i fatti politici del giorno insieme con dichiarazioni e informazioni”. Per ogni giorno dell’Europeo di Germania, dall’esordio fino alla finale, qui ci saranno i fatti del giorno. Quelli seri e quelli no. Quelli del campo, quelli degli spalti, quello che c’è intorno. Questo, insomma, è il Pastone Tedesco.


Il punto. Si comincia, pure con il botto. Quando sarà sera avremo la prima semifinalista tra Spagna e Germania, la partita più forte che c’è nel tabellone. Poco dopo, a cena, comincerà Portogallo-Francia, chi vince gioca con quella che ha vinto la “finale” anticipata. Si scaldano anche Olanda e Turchia, e anche Inghilterra e Svizzera, che giocano domani. Sono le partite più calde, forse è ora anche di vederne di belle.

Kroos e tutte le potenziali ultime partite

Fosse stata la finale, sarebbe stata pure giusta. Invece chi vince va “solo” in semifinale. Parliamo della Germania, ora: vuole davvero che questa sia l’ultima partita in carriera di Toni Kroos? La stampa internazionale continua a chiedersi se è davvero il caso che un calciatore come lui si ritiri dopo un Europeo quasi perfetto, qualunque sia il risultato di questa e di tutte le eventuali partite. Kroos conferma, gli hanno insegnato a scegliere il momento perfetto per smettere. Lo ha detto dall’inizio, non vuole che si passi dal “perché non è ancora in campo?” al “perché è ancora in campo?”. C’è un “non” che fa la differenza, e su quello un po’ di pressione la Spagna la sta facendo. Dicono di voler mandare in pensione un campione che ha giocato da loro. Persino Joselu, suo compagno di squadra al Real, lo ha detto in conferenza stampa: “Lo amo, crederò per sempre in lui, ma penso che venerdì sarà la sua ultima partita. È un peccato dovergli dire addio, ma è per il nostro bene”. Kroos si è fermato un attimo, ha sorriso, poi ha risposto: “Lo capisco, e so con che spirito ha detto certe cose. Ma farò di tutto perché non sia la mia ultima partita. Venerdì vedremo chi è il migliore”. Ora, non vorrei insegnare il mestiere a Joselu, al quale peraltro il Real deve la Champions di quest’anno, ma forse non era il caso di stuzzicarlo.

Piedra, papel o tijera

Kroos non sarà ancora vecchio, per lo stato di salute e per i tempi moderni del calcio, ma di sicuro non è ancora un ragazzo come Lamine Yamal e Nico Williams, che dalla partita con la Georgia in poi hanno fatto parlare ovviamente della loro condizione tecnica e delle qualità che continuano a mostrare, ma anche perché sono comunque due ragazzi che hanno ancora qualche gesto tardoadolescenziale, se non altro per divertirsi. Sto parlando della fine della partita con i georgiani, quando si sono “giocati” la bottiglia d’acqua che era a disposizione, giocando a “pieda, papel o tjjera”, in italiano “sasso, carta o forbici”. Un momento che ha fatto divertire non poco e che si è rivisto nei giorni successivi: prima entrambi carta, poi entrambi sasso, poi Yamal carta e Williams forbici, e via un sorso alla bottiglia d’acqua. Due ragazzini, che prima si erano divertiti anche ballando dopo il gol di Nico Williams, raccontando a gesti cosa voglia dire avere calciatori così giovani in squadra. Che sono forti, sono uniti, sono allegri. Vivono il calcio come un gioco, si vede.

Dai, su: è Mbappé contro Ronaldo

Se si vuole si può fingere che sia una sfida tra due squadre molto quotate alla vigilia, come una sorta di Classico europeo (perché se pensi a Portogallo e Francia una contro l’altra pensi di averla vista tantissime volte), ma tanto è Mbappé contro Ronaldo, i due fenomeni con una generazione cresciuta in mezzo, il futuro del Real Madrid contro il passato. Ma anche la sfida tra due nei confronti dei quali erano riposte molte delle speranze di spettacolo dell’Europeo, ma che stanno passando sotto i riflettori per altri motivi. Mbappé finora si è registrato nelle cronache per la frattura del setto nasale che lo costringe a giocare con la mascherina e per le prese di posizione contro la Le Pen della conferenza stampa. Poi non molto altro, se non un gol su rigore in una Francia che su azione, per suo merito, non ha ancora segnato. Cristiano Ronaldo anche, ha fatto parlare per un rigore, ma perché lo ha sbagliato, perché poi ha pianto e ancora non si è capito se piangesse per la squadra o per sé. Ma Cristiano è stato pure al centro delle attenzioni (perché non sa stare altrove) anche per altri motivi, inclusi gli invasori di campo a caccia di un selfie con lui. Ora c’è chi invoca la panchina per Cristiano Ronaldo, ritenendolo più utile per il Portogallo a partita in corso, mentre Mbappé ha visto davvero la panchina, restandosi per tutta la seconda partita proprio perché il naso era rotto. Uno contro l’altro e, occhio, quando le gare si scaldano Mbappé (come ha fatto al Mondiale) ricompare. E potrebbe farlo anche Cristiano Ronaldo, se però non batte le punizioni: il Telegraph le ha contate e in ventidue anni di carriera (e cinque club) ha segnato solo 52 volte su calcio da fermo, che vuol dire 2,36 a partita, ma soprattutto nei tornei internazionali importanti, incluso questo, ha segnato solo una volta su punizione, tirando però sessanta. Però le batte comunque tutte lui, e vagli a dire di smetterla.

Se non volete vedere la Francia, ci sono dieci cose più noiose

Se la Francia non vi sta convincendo, state tranquilli: lo si temeva sin dall’inizio, sin da dopo le qualificazioni già noiose di loro. Al punto che, è il momento di tirarlo fuori dal cassetto, SoFoot aveva provato a convincere i francesi a seguire le partite indicando dieci cose ancora più noiose. Eccole: la cerimonia dei Cesar (come il David italiano, ma per il cinema francese); altri sport come il curling, il golf e addirittura il ciclismo; una partita di calcio senza giocatori di talento; la pioggia (e hanno ragione: nessuno ha mai detto “fantastico, piove”); osservare una pianta che cresce; sentire ogni anno la telenovela su dove giocherà Mbappé (erano i tempi in cui ancora non era definitivo il passaggio al Real); fare Parigi-Tolosa in Intercity; alcuni talk show; l’ultima lezione della settimana, quella dalle 17 alle 18; mettere a bollire l’acqua della parta. Forse hanno ragione: la Francia non è poi tutta ‘sta palla.

Sapete quanto guadagna chi vince?

Probabilmente nemmeno vi interessa, ma questa rubrica non necessariamente si lascia guidare dall’umore di chi legge. Quindi vi lascio qui un po’ di numeri e di soldi, ma quelli degli altri. L’Europeo tra diritti tv, parte commerciale e vendita dei biglietti ha prodotto ricavi per 2,5 miliardi di euro o poco meno. Come li distribuisce? Non ai calciatori, che invece fanno accordi con le federazioni, che sono invece le destinatarie dei fondi Uefa in base al punto del torneo in cui arrivano. La nazionale che vince porta a casa 28,25 milioni di euro, ma si parte dalla fase a gironi. Ogni vittoria nella prima fase permette di portare a casa un milione, il passaggio del turno 9,25 milioni, più un milione per chi raggiunge gli ottavi e altri 2,5 per chi è arrivato fino ai quarti. Questo vuol dire che le otto rimase, finora, hanno portato a casa 25,25 milioni più un milione a vittoria della fase a gironi, che nel caso della Spagna, unica a vincere tutte e tre le partite della prima fase, diventano 28,25 milioni. Facendo due conti l’Italia ha portato a casa 10,25 milioni. Abbiamo visto umiliazioni più dolorose.

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