La lotta alla contraffazione sia una priorità per Bruxelles

L’intervento di Ornella Auzino, imprenditrice del comparto pelletteria: “Il falso è un fenomeno gravissimo che va a impattare sui posti di lavoro e la qualità del prodotto. Serve un’iniziativa politica internazionale per contrastare certe pratiche”

Caro direttore,


Nei giorni in cui fervono le trattative per la formazione della Commissione europea, è doveroso esprimere un auspicio sul piano degli obiettivi. E cioè che anche a livello comunitario si ponga in essere una seria e incisiva attività di contrasto alla contraffazione dei marchi. Si tratta di una pratica che, purtroppo, ha conosciuto un’evoluzione anche grazie al viralismo social, divenuta leva per la vendita di prodotti contraffatti. Questi ultimi, infatti, se prima venivano venduti solo attraverso le bancarelle, oggi vedono come “vetrina” le dirette social, dunque conoscendo, purtroppo, una diffusione virale. Si tratta di un fenomeno gravissimo che va a impattare sui posti di lavoro e la qualità del prodotto, valore che ha reso il Made in Italy un’eccellenza in tutto il mondo. Per questo motivo, è necessario agire su più fronti. In campo comunitario, servirebbero parametri più stringenti per qualificare i prodotti “Made in Italy”, e un’iniziativa politica internazionale per contrastare certe pratiche, molto diffuse in alcuni Paesi, di produrre il falso. Pensiamo, ad esempio, alla Turchia oppure in Egitto, dove una località come Sharm el Sheik vede un’intensa attività di produzione e vendita del falso. Esistono dunque tutti i presupposti affinché l’argomento si annoveri tra le priorità a livello comunitario. Il cui impegno va affiancato a quello italiano. Sul piano interno, infatti, si può agire da due punti di vista. Il primo è sicuramente normativo, attraverso un inasprimento delle pene. Poi, è necessario operare sul piano culturale. Proprio perché la contraffazione, oggi, corre sul binario del “viralismo”, è necessaria una campagna informativa sullo sfruttamento, l’inquinamento e tutte le problematiche che ruotano attorno la produzione di merce contraffatta. Può esistere, inoltre, un’altra strada finora non percorsa. La creazione di una task force a livello governativo che coinvolga i brand. In una vera e propria “logica di sistema”. Non mancano esempi virtuoso, su materie analoghe, basti pensare a quei network che offrono contenuti a pagamento per combattere la clonazione delle schede.

Ornella Auzino


Imprenditrice del comparto pelletteria

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