Che cos’è l’ayahuasca e perché se ne parla dopo la morte di Alex Marangon

La bevanda allucinogena originariamente consumata in Amazzonia affascina da sempre tutto il mondo. In Italia il Tar ha stabilito che è una droga e ne ha vietato il consumo. Come funzione negli altri paesi e da quali religioni viene utilizzata

“Morenanchiite, il signore del tuono, che, dall’alto di un colle, in mezzo a una tempesta, comunicava il messaggio a un puma. Questo lo trasmetteva al medicone o sciamano durante uno sballo di ayahuasca, quelle liane allucinogene le cui pozioni si bevevano in tutte le cerimonie indigene”. Così Mario Vargas Llosa spiega nel suo romanzo del 1987 – “Il narratore ambulante” – quella ayahuasca che avrebbe provocato la morte di Alex Marangon, il cui cadavere è stato trovato martedì incagliato in un isolotto nel greto del Piave a Ciano del Montello nel comune di Crocetta del Montello, provincia di Treviso. Era sparito alle 3 di notte di due giorni prima dopo aver partecipato con una ventina di altre persone a una festa new age all’interno dell’Abbazia di Santa Bona di Vidor, sempre in provincia di Treviso.

“Liana degli spiriti” o “liana dei morti” è il significato letterale del termine aya-wasca in quechua: la lingua degli Incas, ancora largamente parlata nelle Ande. In realtà non si tratta di una pianta unica: nell’infuso vengono fatte bollite per diverse ore sia la liana Banisteriopsis caapi che le foglie dell’arbusto Psychotria viridis, in alcune aree sostituito dalla Diplopterys cabrerana. Dimetiltriptammina, Dmt, è invece chiamato l’elemento chimico fonte delle visioni che ne vengono fuori.

Tradizionalmente, l’ayahuasca è consumata in gruppo in cerimonie dirette da uno sciamano, che deve appunto poi sorvegliare anche che chi la ha assunta non sia lasciato solo. Come sarebbe appunto accaduto a Marangon, che si è messo a vagare per i boschi.

Dall’Amazzonia, la ayahuasca si è diffusa altrove. Non solo per la curiosità di sperimentatori di sostanze allucinogene, ma anche a opera di alcune religioni che la utilizzano come sacramento: la Chiesa del Santo Daime, la União do Vegetal ed il Barquinia. In particolare, nei Paesi Bassi era arrivata attraverso la Chiesa del Santo Daime: una pratica religiosa sincretica fondata negli anni trenta nello stato amazzonico brasiliano dell’Acre da Mestre Irineu, al secolo Raimundo Irineu Serra. Un estrattore di caucciù trasformatosi in Profeta.

Il caso olandese è indicativo: il paese antiproibizionista per eccellenza, nel 2019 ha deciso di vietare l’uso dell’ayahuasca. Dopo che negli anni ’90 la Chiesa del Santo Daime si era diffusa in tutto il pianeta, infatti, luoghi di culto erano stati aperti anche ad Amsterdam e all’Aja. Proprio per praticare, nel 2015 una fedele tentò di introdurre 30 chili del prodotto nel paese. Non fu sanzionata, ma per stabilire un precedente legale ricorse in tribunale. Mossa controproducente, perché nel 2018 una Corte di Appello decide che la “liana dei morti” doveva essere vietata. Il primo ottobre 2019 la sentenza è stata confermata dall’Alto Consiglio, l’istituzione che nei Paesi Bassi raduna le funzioni che in Italia sono ripartite tra Corte Costituzionale, Corte di Cassazione e Consiglio di Stato come supremo tribunale amministrativo.

Secondo l’Alto Consiglio, la bevanda allucinogena importata per le cerimonie si era ormai diffusa anche al di fuori del contesto rituale: almeno 3.000 olandesi avrebbero frequentato sessioni presentate su Internet come “una esperienza spirituale che può cambiare la vita” e due sarebbero morte. Organizzate in case private, queste sessioni duravano vari giorni e potevano costare centinaia di euro. Per questo l’Alto Consiglio ha stabilito che visti i rischi “la restrizione della libertà religiosa è necessaria per proteggere la salute pubblica”.

In Brasile la ayahuasca è regolata dalla legge sulle entità religiose dal 1991. In Perù il suo uso rituale è addirittura considerato dal 2008 Patrimonio Culturale della nazione. Anche in Ucraina è autorizzata dalla legge, mentre negli Usa la Corte Suprema ha autorizzato l’uso alla União do Vegetal. In Francia è invece vietata, mentre in Spagna è autorizzato il decotto ma vietato il principio attivo.

In Italia una sentenza della Cassazione aveva autorizzato il consumo, ma nel febbraio 2022 il ministero della Salute ha inserito la sostanza nella lista degli stupefacenti e psicotropi. La Chiesa italiana del Santo Daime, anche conosciuta come Iceflu Italia (Chiesa italiana del culto eclettico della fluente luce universale) ha fatto allora ricorso presso il Tar del Lazio insieme all’associazione Natura maestra, che pure la usa nei suoi rituali. Ma nell’aprile 2023 lo stesso Tar del Lazio ha stabilito che l’ayahuasca è una droga e quindi non può essere utilizzata in cerimonie e riti religiosi. A novembre il Consiglio di stato ha respinto il ricorso in appello, pur chiarendo che i ricorrenti avrebbero potuto impostare la battaglia su un altro piano: non chiedere la rimozione dalla tabella del ministero, ma un’eccezione per l’uso controllato.

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