Voi che criticate CR7 continuate pure a eccitarvi per gli zero gol di Mbappè

Neppure io al quinto brandy avrei avuto la lucidità mentale che ha avuto uno dei più forti attaccanti inglesi degli ultimi tempi, Rooney, nell’individuare il vero colpevole del gioco palloso espresso dall’Inghilterra a questo Europeo: Pep Guardiola, l’uomo che insieme ai match analyst e agli ex calciatori diventati opinionisti ha rovinato il calcio. “La colpa è tutta di Guardiola”, ha detto l’ex bomber del Manchester United e della Nazionale che oggi si fa prima a saltare che ad aggirare tanto è grasso. “Tutti vogliono giocare verso il centro. Anche un esterno non va più sul fondo e non mette più un cross in area. La colpa è di Pep che ha inculcato questa idea”. Wayne, fratello mio, raggiungimi subito al pub e beviamo insieme l’amara pinta della delusione calcistica di questi tempi alla faccia del Nemico catalano. E brindiamo anche al tuo ex compagno Cristiano Ronaldo, attore da meravigliosa soap opera lusitana (paragonato da qualcuno a Francesco Totti, vergognatevi), che sta dimostrando sul campo che non muore anche se è già morto.
 

Sul teatrino di lunedì sera contro la Slovenia sono già in preparazione almeno dodici podcast, un paio di libri, sei-sette puntate in stile Federico Buffa e le storie della buonanotte per i bambini portoghesi di un paio di generazioni almeno. CR7 si è indefessamente sbattuto andando a sbattere contro il muro sloveno, la sua vecchiaia e la sua testardaggine. Come in una tragicommedia ha sbagliato un rigore nei tempi supplementari, pianto guardando la mamma in tribuna, si è fatto consolare dai compagni e poi ha avuto le palle e la testa di battere il primo dei rigori finali, segnandolo. Lui deve offrire un’auto di lusso al portiere Diogo Costa, ma il Portogallo intero gli deve la propria esistenza calcistica degli ultimi due decenni.
 

Per questo brindo anche a chi, in questi giorni di commenti bulimici sull’Europeo in cui se non spari una cazzata nessuno ti caga, insiste a dire che sta facendo un pessimo torneo e dovrebbe stare in panchina. Sono gli stessi che si bagnano per Mbappé, 0 gol e 0 assist finora, il quale tra l’altro è cresciuto nel mito di Cristiano Ronaldo. Ora i due finalmente si sfideranno venerdì in un quarto di finale tra due squadre che dovevano spaccare i culi e sono invece andate avanti anche di culo. E già tremo al pensiero degli articoli sul passaggio del testimone al Real Madrid, le seghe sul maestro e l’allievo e i paragoni generazionali. Io intanto faccio il piccolo borghese sul divano e aspetto bevendo molta bionda la nostra eliminazione di sabato contro la Svizzera. Tanto so già a chi dare la colpa.

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