San Marino Goodbye

La recensione del libro di Luca Restivo edito da Blackie Edizioni, 400 pp., 20 euro

Nel suo Quasi un paradiso (Sem, 2020) il poeta di Forlì Davide Rondoni ha descritto così la Romagna: “Terra di bastardi di talento nel generale imbastardimento mondiale, è una riserva di forza e dolcezza. Si tratta della patria del pensiero simpatico. Perché è una terra di estremi. E chi sta all’estremo ha percorso già la strada e guarda con simpatia a quanto ha attraversato”. Patria del pensiero simpatico e dei confini confusi, che valgono, ma fino a un certo punto (nonostante antipatie storiche, spesso caricaturizzate da giornalisti e narratori improvvisati geografi). Luca Restivo, sceneggiatore e ora al suo esordio narrativo con San Marino Goodbye (Blackie edizioni, 2024), vive a Milano ma è nato vicino Bologna e protende l’arco della scrittura oltre la Romagna, a San Marino. Cosa succede se la freccia attraversa l’atmosfera romagnola? Che diventa altrettanto simpatica. Il primo libro di Restivo parte da questo assunto. Cosa succede se i confini, che hanno un valore liminare per definizione, per questo anche periferico, elastico, a volte persino irrilevante diventano il centro della storia (per esempio della nostra storia?). San Marino chiude i confini. Degli italiani devono entrare, incredibilmente, proprio quel giorno. Non sono turisti. Non possono farne a meno. La scelta di bloccare gli ingressi è chiaramente una follia disperata e nazionalista, ma la scelta di dover entrare a ogni costo?

A ridosso del confine si innesca così un gioco, hanno scritto, a metà tra spy story e romanzo distopico. Una satira. Eppure sembra che il termine simpatico possa dare la misura autentica di questo romanzo. Simpatico è il gioco dei contrasti che regge San Marino Goodbye. Persino l’inserimento nella storia di alcuni influencer viene gestito con atteggiamento disincantato, con il buon sorriso. Restivo è astuto, perché evita i facili moralismi ma non nasconde troppo in profondità la tesi di fondo, quella cioè che questi eccessi di manierismo politico (i sovranismi delle piccole repubbliche sono più che capricci) caratterizzino in un certo senso i nostri anni. Il punto è “bersi un tè freddo senza essere disturbato da gente che crede in una striscia per terra”. Ma davvero i confini sono solo un’arma dei populismi, una linea per terra, una fissazione superficiale dell’intelletto? In altre parole, non c’è niente di più profondo quando si parla di confini? Niente che valga la pena di problematizzare e rinvigorire? Cosa dire, per esempio, dei confini tra una dittatura e uno stato libero? Forse, a voler trovare un punto debole, San Marino Goodbye parte con troppe risposte a meno domande di quelle che pone. E pur senza moralismo, rischia di voler dare una lezione.

Luca Restivo

San Marino Goodbye


Blackie Edizioni, 400 pp., 20 euro

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