Azione in confusione. Il 13 il direttivo. Ex FI: “No svolta a sinistra”

“Non dobbiamo andare con la sinistra, altrimenti bisognerà trarne le conseguenze”. È circa questo il ragionamento che avrebbe fatto Maria Stella Gelmini a chi ci ha parlato. Per adesso la vicesegretaria e portavoce di Azione rimane in silenzio. Ma lei, Mara Carfagna e gli altri ex dirigenti di Forza Italia passati con Carlo Calenda aspettano con una certa preoccupazione il direttivo del partito, allargato ai candidati alle europee, che si terrà tra una decina di giorni, sabato 13 luglio. Dopo la batosta europea in Azione regna un notevole grado di confusione. Il timore di molti è che: “Carlo voglia svoltare a sinistra”. Una strategia che sarebbe condivisa anche con il braccio destro e capogruppo alla Camera Matteo Richetti. “Ma che lo facciamo a fare a quel punto il congresso rifondativo?”, si chiedono tutti quelli che invece vorrebbero rimanere al centro o, addirittura, tornare a parlare con Italia viva per cercare di rilanciare il progetto del Terzo polo. Il segretario di Azione – che durante l’ultimo direttivo ha detto di essere anche disposto a un passo indietro qualora fosse necessario – si trova ad affrontare una scelta complessa. Ai suoi ha condiviso l’idea di aver capito che è stato un errore sostenere la sinistra in alcune competizioni locali e regionali e la destra in altre. Una scelta che  non avrebbe pagato. Ma l’alternativa quale può essere: andare da soli o scegliere uno dei due campi?  Intanto un altro ex forzista oggi in Azione, Enrico Costa, ha lanciato una raccolta firme insieme al deputato di Iv Luigi Marattin per rilanciare il Terzo polo, fondando insieme un “nuovo progetto politico” non partendo dai “chi”, ma dal “cosa” e dal “come”. E anche un candidato di punta alle europee, come il fondatore della pagina Instagram di news Will, Alessandro Tommasi,  spinge per questa soluzione: far tornare a parlare tutti i riformisti, partendo dal presupposto che l'esito elettorale  dimostra che divisi non si va da nessuna parte.

 

Calenda intanto si è lanciato in una complessa operazione di equilibrismo politico. In un'intervista a Repubblica ha proposto un accordo con il Pd e le altre opposizioni “ma solo sui diritti sociali”. Un tentativo di non innervosire gli ex forzisti che sui diritti civili hanno posizioni molto diverse da quelle di Schlein e compagni. Anche sul referendum contro l'autonomia, un'iniziativa politica che sta unendo le opposizioni, compresa Più Europa di Emma Bonino e Riccardo Magi, Calenda ha promesso agli ex FI di non schierarsi: Azione non raccoglierà le firme. Insomma, si cammina su un filo sottile. Ma quanto potrà durare tutto questo? Urge una strategia. In Azione si attende con ansia il 13 luglio. 

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